Dalla Germania il test che accusa la Lindt, Feodora e Niederegger.
L’organizzazione non governativa Foodwatch ha trovato sui cioccolatini tracce di miscele di vari idrocarburi (oli minerali) derivati dal petrolio dopo una serie di test tossicologici: “Potrebbero essere cancerogeni”. Il prossimo rischia di essere una Pasqua avvelenata, per molti bambini. Almeno per quelli che, dal primo a Pasqua, apriranno le molte uova colorate di Pasqua e coniglietti di cioccolato della Lindt, Feodora e Niederegger e di altre ditte svizzere che producono cioccolata oltre quegli venduti a basso prezzo da catene di supermercati della Lidl, Aldi Nord e Penny. Lo sostiene uno studio condotto dall’ ONG Foodwatch, che dopo aver effettuato dei test tossicologici sui coniglietti pasquali di cioccolato, vi ha trovato tracce di miscele di vari idrocarburi, derivati dal petrolio. I cosiddetti oli minerali aromatici si trovano in otto coniglietti di cioccolato esaminati su 20, ha inoltre comunicato l’organizzazione dei consumatori Foodwatch. Il cioccolato, alimento grasso per sua natura, presenta un forte potere estrattivo nei confronti di certe sostanze e il problema assume una certa rilevanza visto che i coniglietti possono restare mesi sugli scaffali dei punti vendita allungando così i tempi di contatto tra alimento e imballaggio. Proprio per questo motivo, qualsiasi contaminazione del cioccolato con oli minerali ed idrocarburi aromatici proveniente dal materiale di confezionamento si deve considerare indesiderata e andrebbe evitata. I campioni con i giudizi peggiori hanno un contenuto di idrocarburi aromatici che può arrivare a 7 milligrammi per chilogrammo di cioccolato. “Che potrebbero, addirittura, essere cancerogeni”, hanno messo in guardia. Una spiegazione della presenza, di oli minerali, nei cioccolatini, la danno gli esperti: “Gli oli minerali si trovano nel cartone pressato, utilizzato per le confezioni. Inevitabile che da lì finiscano nel cioccolato”. Va detto, comunque, che gli esperti relativizzano il rischio di avvelenamento, derivante dall’assunzione di cioccolatini agli idrocarburi. La cui presenza è cosi bassa da ritenere “minimo il rischio di avvelenamento, considerato che se ne mangiano non più di 24 all’anno. E poi il rischio esiste con tutti gli alimenti imballati nello stesso modo, dal riso ai cereali”. I conigli di con proprio marchio “D7oom” da Lidl e “Douceur” da Penny, sono risultati quelli maggiormente inquinati di oli minerali saturi. Dal canto suo Lindt vende i propri coniglietti anche in Italia. Il test dimostra ancora una volta, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che l’industria alimentare ha il problema degli oli minerali negli alimenti non ancora sotto controllo. Resta il fatto che nei genitori di molti bambini, provando ad immaginare la preoccupazione creata, dopo la messa in guardia dei tedeschi dell’ONG Foodwatch, la prossima Pasqua arriverà senza i coniglietti di cioccolato. Non bastasse la crisi economica si aggiunge, insomma, un motivo in più per una Pasqua più sommessa del solito.