Flop di luglio e ottimismo agostarico


 Ognuno pianga i guai suoi. Il luglio di Soverato è stato un deserto, con tantissimi ombrelloni aperti e pochissima gente a prendere l’ombra. A quanto pare, ormai non funziona nemmeno il decrepito detto “Quanta gente sul Lungomare”; e nemmeno le seicentosessanteseesima riedizione della stessa foto di vent’anni fa, con bagnanti felici. Persino il più ostinato cultore del mito della Perla si deve accorgere che le cose vanno malissimo.

 Andrà meglio ad agosto? Ecco un altro indizio di mentalità anni 1950, quando il turista vagava in cerca di una località dove bagnarsi a caso. Oggi le scelte di agosto si fanno a febbraio, e i passanti che sbagliano strada non esistono più.

 Lo stesso per le presunte difficoltà di locomozione. Se c’è al mondo un posto irraggiungibile, è Tropea; però ci vanno lo stesso… Vanno? Ce li portano i tour operator di professione, con autobus a loro volta professionali. Di professione, tutti, non dilettanti estivi in attesa di tornare ad altro lavoro l’1 settembre.

 Le famiglie non vengono più a Soverato, anche perché dovrebbero ascoltare le melodiose notturne voci dei ragazzotti in branco o le marmitte rotte dei motorini, o i grammofoni spacciati per discoteche. E attenti che se cambia il vento, e aprono un altro grammofono da qualche altra parte con più parcheggio, poi non vengono più nemmeno i ragazzini.

 Che altro offre, Soverato? Negli anni passati, qualcosa c’era; nel 2024, il sedicente PROGRAMMA è da stenderci sopra un velo pietosissimo, e per la massima parte NON si deve a iniziative del Comune.

 Offre il mare? Due terzi della superficie del pianeta Terra sono mare; e ci sono mari molto più belli e spassosi, e che costano molto di meno.

 Offre commercio, Soverato? Ma leggete i cartelli VENDESI e AFFITTASI sopra saracinesche sbarrate; e se fossero REGALASI, sbarrate lo stesso. Manco la fiera! I negozi aprono di sera? Giammai!

 In questo quadro desolato c’è una solo cosetta utile, che sta passando a tutti l’ubbia delle perle e perline e Rimini del sud e Ibiza dell’est; chissà se a settembre faremo una riunione seria, dove ognuno dichiari la verità!

 Vi avverto, dieci minuti a testa, seicento secondi contati. E il primo che invece degli ombrelloni parla dello sbarco di Ulisse, gli tolgo il microfono con le mie mani molti secondi prima.

Ulderico Nisticò