E già finisco di ammirarlo perché leggo – e spero sia una bufala – che prima di dimettersi avrebbe stanziato un milioncino di euro a favore dell’ideologia gender. Mi smentisca, per favore! Se no, penso che a dimettersi ha fatto bene due volte, una per piantare il governo, e l’altra per smettere di fare danno! Questo tanto per chiarire che dell’ex ministro non condivido manco una virgola. E su Fioramonti dilagavano le battute, giustificate da sue uscite infelici. Ma se dobbiamo giudicarlo per la coerenza politica, Fioramonti è un titano, un eroe, un vero signore! Cosa fa di tanto valoroso? Un’operazione rarissima, unica: le dimissioni!
La politica politicante italiana ci ha abituati al politicante le cui terga sono rimaste incollate alla poltrona per tutta la vita; e se qualche rara volta scolla il deretano da una sedia, è solo per incollarlo sull’altra; né scordiamo le eredità di padre in figlio/a, o in politica o in tv…
Se Togliatti nel 1964 non fosse morto – in circostanze ancora da appurare – oggi, nel 2019 sarebbe il segretario del PD; e per non parere che salvo qualcuno, negli ultimi anni Almirante era sì il segretario del MSI, ma a sua insaputa, tanto che qualcuno/a, sempre a sua insaputa, ci regalò quel bel tomo di Fini. I democristiani si rivelarono immortali.
Buffa la storia degli ultimi anni dell’URSS, quando Cernenko governò pochi mesi (1984-5) e da un letto d’ospedale! Questa gerontocrazia impedì ogni rinnovamento, e perché arrivasse un Gorbaciov bisognò che la vecchia “nomenklatura” schiattasse una volta per sempre. In Italia, il vecchiume impedì per decenni ogni “circolazione delle élites”; e i risultati si vedono.
La parola dimissioni era ed è ignota, e i politicanti non si dimettono manco se dovessero personalmente causare il Diluvio di Noè: direbbero che la colpa è di qualcun altro. E se si dimettono, è solo per il rimpasto, rimanendo comunque assicurato il pasto.
Fioramonti invece lascia e saluta: se Conte Due non trova soldi per la scuola e l’università, peggio per lui e per l’Italia; ma il Fioramonti non se ne vuole sentire responsabile.
Questo è quanto si sa: e spero che questo mio provvisorio idolo non mi deluda con qualche furbata anche lui; per oggi, 27 dicembre, lo approvo.
Approfitto per attirare l’attenzione dei lettori sulla data e sull’orario. Mentre scrivo, sono le 10.15 del 27; alle 12.00 del 28, cioè tra 26 ore (notte inclusa) e 45 minuti, scade la presentazione delle liste per le regionali; in Calabria, centrosinistra e centro(destra) annaspano nel buio più cieco e si agitano solo per liti interne. Proposte politiche, meno della radice cubica di sottozero.
Mentre la Santelli invoca il Fato, unica spiegazione, Callipo si accorge solo ora di essersi alleato con il PD… e di aver ereditato Oliverio, con relativi personaggi sospetti.
Io aspetto di morire dal ridere leggendo le liste dei consiglieri!
Il tutto, nella più tonta indifferenza della Calabria e delle genti calabresi. Poi vi meravigliate che siamo i terzultimi su 360 regioni d’Europa?
Ulderico Nisticò