Nel Paese che, sia pure attraverso secoli di contraddizioni, ha innestato sulle istituzioni medievali la moderna democrazia rappresentativa, questa democrazia ha detto che se ne va dall’Europa. Good bay!
Da questa Europa nata male e gestita male, senza ideali, senza miti, senza un evento glorioso e tragico… creata da uomini grigi in stanze grigie e con mere finalità di soldi e basta. Che è come, che so, un’automobile: fin quando funziona, bene; quando comincia a guastarsi, la si rottama, e addio.
Nessuno sta piangendo, e nemmeno ridendo, alla dimane della Brexit. La sterlina ieri era alta, oggi è bassa… lunedì sarà alta un’altra volta, perché non è l’economia reale, è un foglio di carta soggetto a speculazioni e giochi.
Via la Gran Bretagna, o via la Scozia e l’Irlanda del Nord da quella che resterebbe solo l’Inghilterra? Beh, il Regno Unito c’è solo dal 1711/4, non dai tempi di re Artù; e nel frattempo sono nati e spariti centinaia di Stati, in questa mobile Europa: non pretendo che qualcuno si ricordi dell’Hannover e del Ducato di Modena, ma sfido chiunque a dirmi qualcosa della Cecoslovacchia, bene inteso calcio a parte. Può dunque finire la Gran Bretagna, forse il giorno dopo che non ci sarà più Elisabetta.
L’Olanda vuole il referendum; in Francia, la Le Pen, la quale, leggi elettorali a parte, ha un seguito enorme, lo propone. Eccetera.
E non vale a nulla che gli intellettuali sussiegosi e fottuttio si sbraccino a spiegare che chi non vuole l’Europa è un rozzo barbaro ignorante e “populista”; perché non è così: questa Europa di passacarte non la vuole né il rozzo né il colto. E se qualcuno, a tavolino, può anche fare pari e dispari e affermare che conviene sotto certi aspetti, beh, è uguale alla spesa: vado nel supermercato X invece che Y se mi conviene, senza alcun coinvolgimento emotivo.
Niente sogni, niente miti, niente ideali, niente passioni. Quando provarono a scrivere una costituzione, levarono le radici cristiane da un’Europa dove ci sono più chiese che alberi, e fu una banale operazione massonica senza futuro. Vero che le volevano “giudeo-cristiane”, ma questa è una cosa che non è mai esistita, e la cultura cattolica fece anche in quel caso una clamorosa autorete; ma ci pensarono i Francesi, tra una cattedrale e l’altra, a gettare quello scartafaccio alle ortiche.
Ora che succede? O l’Europa cadrà a pezzi a pezzi; o si cercherà un modo per salvarla. Questo modo non può passare dai burocrati di Bruxelles; e tanto meno da un parlamento in cui vengono parcheggiati quelli che non trovano un assessorato al paese.
Ulderico Nisticò