Film storici in RAI: vorrei solo la verità


 Non ho visto manco un fotogramma del film su Marconi. Dopo il precedente squallidissimo del film sul 25 luglio, mi bastavano, per Marconi, le contorsioni di Vespa e gli spezzoni con Marconi dalla faccia malinconica e con insinuazioni.

 Non potendo dirlo antifascista perché sarebbe stato ridicolo, la RAI insinua che Marconi sotto sotto… Quel Marconi che fu, fino alla morte, presidente dell’Accademia d’Italia, istituzione fascistissima; gli succederanno, tra gli altri, d’Annunzio e Gentile: vedi tu!

 Tirano fuori una vecchia leggenda, quella del raggio della morte. Una roba del genere circola anche a proposito delle molte e infondate illazioni su Maiorana. La scienza, curiosamente, è zeppa di più o meno convincenti miti. A proposito, un raggio della morte l’avrebbe messo assieme anche Archimede, sia pure con pessimi risultati pratici.

 E che s’inventa, Vespa? Che Marconi voleva convincere Mussolini a non attaccare la Gran Bretagna. Ora si dà il caso che Marconi sia trapassato il 20 luglio 1937. Orbene, non solo la guerra scoppierà il 10 giugno 1940, cioè tre anni dopo; ma nel frattempo ci sono tre atti che evidentemente s’ignorano: la salvezza della pace con l’incontro di Monaco; e i patti tra Mussolini e Chamberlain del 1938 e del 1939, per cui Londra riconosceva l’Impero d’Etiopia e i due Impero stabilivano gli equilibri nel Mediterraneo. Poi le cose precipitarono, ma per conflitto tra Francia, Germania e Polonia, e Gran Bretagna prima, e poco dopo l’Italia, furono trascinate in guerra dalle circostanze altrui. Quando tutto questo accadeva, Guglielmo Marconi stava da un triennio nel Mondo dei più, e, salvo a non comparire come fantasma, non poteva impartire consigli a nessuno.

 Dove voglio arrivare? Che mi piacerebbe vedere un film storico che racconti la storia come fu. Poi ognuno la pensi come vuole, però una cosa è il giudizio, altra cosa sono i fatti. Per esempio, Gramsci era comunista DOC e tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia del 1921. Non condivido una virgola del suo pensiero politico, però non mi posso inventare che era del PD o di Italia Viva, che voleva le elezioni con sistema proporzionale; o, come ridicolmente tentarono i finiani del 1995, uno vicino ad Alleanza Nazionale assieme al democristiano De Gasperi: altro personaggio di cui nullissimo condivido, però quello era, e non posso spacciarlo per altro.

 Chi mi darà mai un bel film storico come quelli inglesi degli anni 1970? Erano film con perfetta ricostruzione di ambienti e tempi, con attori di altissimo livello, e con la più spudorata presentazione di come erano in realtà, e mica pinchipallini qualsiasi, ma Enrico II, Riccardo, Enrico VIII, san Tommaso Moro, Elisabetta I, Maria Stuarda… e con più decapitati che viventi, e figure senza le quali la storia dell’Inghilterra, e buona parte della storia del mondo intero, non sarebbe la stessa; eppure ce li mostrano come furono, vizietti inclusi; e i registi se ne fregano del politicamente corretto.

 Riassunto: sarei felice se qualcuno, in RAI (di cui pago il canone obbligatorio), dicesse, per esempio, così: “Marconi, Pirandello, Deledda, Ungaretti, Gentile, Bottai…” e lunghissimo elenco a seguire, “furono fascisti, e hanno fatto male ad esserlo”. Sarebbe un’opinione, ovvio, lontanissima dalla mia, però avrebbe il merito di non apparire una patetica arrampicata sugli specchi per raccontare un finto passato.

 Alla faccia di Telemeloni! Per carità, non è che io mi aspetti qualcosa di apologetico, nemmeno da Telemeloni; vorrei però, come ripeto, la semplice verità.

Ulderico Nisticò