La Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito un sequestro di beni, del valore stimato in circa 800 mila euro, a carico di una 67enne di origini campane, che secondo gli inquirenti sarebbe “contraddistinta da una elevata pericolosità sociale persistente nel tempo”, addirittura fin dai primi anni 2000, oltre a che di altre quattro persone residenti in Calabria risultate intestatarie degli immobili ritenuti riconducibili alla donna.
Secondo quanto ricostruito dalla fiamme gialle, utilizzando anche un nome falso, avrebbe messo a segno numerose truffe qualificandosi, di volta in volta, come un agente immobiliare, un intermediario finanziario, un medico, o millantando importanti conoscenze tra funzionari e dirigenti della Pubblica Amministrazione.
Dopo essersi assicurata la fiducia delle vittime, le avrebbe così circuite prospettando la possibilità di risolvere problemi di varia natura, ovviamente a fronte del pagamento di cospicue somme di denaro in contanti o in assegni; una volta incassato il maltolto, poi, spariva nel nulla.
Dagli approfondimenti, sarebbe anche emerso che la donna non abbia mai dichiarato né percepito redditi e che le uniche provviste di cui avrebbe beneficiato sarebbero state costituite dai guadagni illeciti ottenuti grazie a truffe, al millanto credito e alla sostituzione di persona: reati che sarebbero stati commessi per la maggior parte in Veneto, in particolare nelle province di Venezia e Verona.
Le indagini hanno portato di ricondurre alla donna cinque immobili e tre terreni, formalmente intestati a dei congiunti, si ritiene proprio per nasconderne la provenienza illecita.
La ricostruzione delle presunte dinamiche criminali relative alla 67enne, non si sono limitate al Veneto, riguardando anche la Calabria, rilevando come i reati contestati siano stati commessi “senza soluzione di continuità, con persistenza e recidività in un arco di tempo di oltre quindici anni” spigano gli inquirenti.
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia ha quindi sottoposto a sequestro gli immobili e i terreni tutti situati nelle province di Vibo Valentia, Crotone e Cosenza, consentendo l’immissione in possesso sugli stessi da parte dell’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale.