Europa preoccupata?


 Il futuro (spero!) Governo italiano preoccupa l’Europa e gli europeisti e gli intellettuali del sistema; e basterebbe questo, d’istinto, per auspicare che il Governo si faccia, e al più presto. A freddo, svolgiamo ora questi ragionamenti:

– L’Italia ha, finora, mantenuto un atteggiamento di sudditanza nei confronti dell’Europa; e ciò è dovuto alla sua posizione di debolezza, per un debito pubblico altissimo, e perchè l’Europa glielo consente, sotto banco, proprio per tenere l’Italia sotto schiaffo.

– Grazie a quel genio di Prodi, l’Italia ha pagato l’euro la bella somma di 1936,27 lire; grazie a Prodi, seguito da Berlusconi, ha lasciato raddoppiare i prezzi, e quello che doveva costare 0,52 = lire 1.000, costa 1,0, cioè 1936,27 lire. Non è dunque vero che esiste una moneta unica, giacchè l’euro, nominalmente sempre 1,0, ha ben diverso potere d’acquisto in Germania e in Italia. Senza dire dei centesimi, un vero spreco di soldi: 0,01 = 19 lire; ma per comprare qualcosa in centesimi, bisogna averne una valigia e trovare chi si pigli la briga di contarli.

– Una mattina, Francia e Gran Bretagna, assieme al Nobel pace Obama, hanno bombardato e dissestato la Libia, nostra alleata di fatto, e assassinato Gheddafi, il tutto senza nemmeno avvertire l’Italia; che, badoglianamente, si adeguò.

– Un accordo criminale di Dublino obbliga l’Italia a tenersi i “migranti”, mentre la Francia blocca le frontiere e non esita a usare la forza, morte inclusa; e navi spagnole scaricano in Italia invece delle vicine Baleari. In Italia fiorisce il mercato dell’accoglienza, con qualcuno magari in buona fede, e tanti lestofanti in giacca e cravatta.

– L’Europa è preoccupata delle elezioni italiane, e lo dice pure. Quella stessa Europa che, mesi fa, non sussurrava una virgola di fronte al pericolo di guerra civile in Catalogna, e sosteneva trattarsi di un “affare interno”; e invece, secondo loro, il Governo italiano è un affare europeo! Ci vuole una bella faccia tosta.

 Insomma, un mucchio di motivi inducono tantissimi Italiani ad avere scarsa simpatia per l’Europa. E siamo in ottima compagnia: l’intera Gran Bretagna se ne va entro l’anno prossimo; e i Paesi dell’Est fanno blocco per difendere i propri confini.

 Il Governo che nascerà (spero!) deve riconsiderare la politica estera… o, diciamo, deve fare politica estera, oggi carente o ambigua. Deve affermare ufficialmente che la Merkel e Macron si possono incontrare anche sei volte la settimana, ma l’Italia non riconosce nessuna loro decisione, e aspetta le sedi ufficiali europee. E già: quelli sono europeisti o nazionalisti a convenienza: ricambiamo.

 Un consiglio, al Governo prossimo (spero!): si guardi le spalle. Ci sono sempre in agguato uno spread, un qualche scherzetto procedurale di Bruxelles,  un avviso di garanzia… Fantapolitica? No, tutto già visto.

 Il Governo pretenda dall’Europa quello che deve ottenere; a sua volta, però, eserciti una pressione fortissima sulle Regioni che non spendono i fondi europei: se è necessario, mandi un commissario con pieni poteri su politici e scaldasedie. Per poter fare la voce grossa in Europa, bisogna essere noi per primi con le carte in regola.

 Non si tratta dunque di uscire dall’Europa, ma di starci bene e con pari dignità. L’Europa, a sua volta, deve smettere di essere quello che è, un accolita di burocrati, e cercare di darsi prima un’anima, poi anche un corpo che funzioni.

Ulderico Nisticò


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