Europa a porta girevole


guglielmo

Incoronazione del re di Prussia Guglielmo ad imperatore del Reich

Da un punto di vista diciamo così scenografico, le grandi unificazioni politiche sono sempre avvenute in maniera che Polibio avrebbe definito “tragodìa”, momento altissimo di solennità e di sangue, e tale da rimanere in eterno nelle coscienze.
L’elenco è lungo, e scelgo un solo esempio. Nel 1870 il primo ministro della Prussia, Bismarck, indusse Napoleone III, imperatore dei Francesi, a dichiarargli guerra; il generale von Moltke battè fulmineamente il nemico a Sédan, catturando lo stesso Buonaparte; e prese Parigi. Qui, il 18 gennaio 1871, nella reggia di Versailles da dove per secoli erano partiti al saccheggio della Germania i re, i giacobini e gli imperatori francesi, Luigi re di Baviera incoronò il re di Prussia Guglielmo imperatore del Reich. Con il gusto del teatro che hanno i Tedeschi, la cerimonia assunse una specialissima solennità: tutti impettiti in alta uniforme, sciabole levate, gloriosi della vittoria; e, immagino, adeguata musica. Ed è anche per questo che la Germania ha superato due sconfitte epocali e mezzo secolo di divisione, e torna oggi la Potenza mondiale che è.
L’Europa unita nacque in tutt’altro modo: i suoi fondatori erano distinti signori probabilmente militesenti, comunque paciosi e sovrappeso, dall’aspetto di impiegati del catasto, i quali sostenevano tesi di natura economica e sociale, senza scomodare Carlo Magno e Sigfrido. L’Europa stanca di conflitti che si formava nel 1957, e che andò allargandosi, doveva essere solo un mercato comune con una certa comodità di viaggi e di scambi. Niente miti, niente glorie, niente imperatori uno che smonta e l’altro che sale, niente ritrattoni da poema epico. Era un’Europa disarmata, e affidata, a parte qualche sussulto francese, alla protezione degli Stati Uniti.
Qui non discuto della qualità delle due opzioni. V’invito solo a riflettere sul fatto che per il mito del Reich i Tedeschi tutti hanno combattuto e sono morti fino all’8 maggio 1945; mentre questa Europa sta assistendo all’evidenza che la Gran Bretagna se ne vuole uscire, e senza per questo richiamare in servizio Drake o Nelson e combattere a morte eccetera, ma solo votando, e, se l’esito sarà per l’uscita, mandando una letterina a Bruxelles con “Distinti saluti”. Come facciamo noi quando cambiamo assicurazione.
Non so se la Gran Bretagna si troverebbe meglio o peggio stando dentro o fuori; o se il resto d’Europa ne patirà o godrà; e se resterà in piedi d’Europa; o se resterà in piedi la stessa Gran Bretagna, o la Scozia farà sapere che nel 1711 e 14 si sono sbagliati, e tornano per i fatti loro. So che se l’Europa sopravvivrà o se la Gran Bretagna camperà unita o meno, ciò avverrà nella più palese indifferenza emozionale degli Europei, dei Britannici o, in alternativa, di Scozzesi e Inglesi. Io stesso, che per svago faccio lo storico, racconterò la lunga vicenda dei pessimi rapporti tra le due sponde della Manica, eccetera; ma trascorrerò la mia giornata tra scrivere, portare i cani, andare in campagna eccetera.
Trovatemi uno che, se il 23 Londra se ne va, quel giorno piange o digiuna o, se ne ha, non porta i cani.
Risolta dunque la faccenda sotto l’aspetto dei miti, che non ci sono, vediamo se l’Europa può almeno interessarmi sotto gli aspetti materiali e del vil denaro. Io penso che, più o meno, l’Unione ci abbia portato dei vantaggi, dalla comodità di non farsi il passaporto allo stesso euro. Anche la Calabria sarebbe tutta lastricata d’oro con lapislazzuli, se una classe politica di ciuchi e burocrati imbecilli avessero saputo spendere i fondi europei.
Insomma, l’Europa poteva giovare persino a noi poveracci del Sud; e ha giovato a chi ha saputo giovarsene. Ma lasciatemi dire che queste cose sono magari importanti, non lo nego, giacché siamo fatti di anima e di corpo, ma non abbastanza per commuoverci.
Che poi la follia di Prodi abbia accettato di pagare l’euro l’assurda cifra di 1936,27 lire; e che lo stesso Prodi e poi Berlusconi e i governi seguenti non abbiano agito affinché mille lire equivalessero, come dovevano, a 0,52 e non a 1,0, cioè a 1936,27, è un frutto della stupidità intellettualistica, oltre che della disonestà italica. Bastava applicare la legge islamica, e tagliare la destra al primo commerciante ladro.
Per quanto precede, questa Europa è a porta girevole, si esce e si entra come facciamo al bar.

Ulderico Nisticò


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