Estorsione aggravata dalle modalità mafiose. É l’accusa di cui dovrà rispondere il neo sindaco di Badolato Gerardo Mannello, in concorso con Vincenzo Gallelli, ritenuto elemento di spicco della cosca Gallace, ed altre tre persone, Andrea Santillo, Angelo Domenico Paparo e Gianfranco Pietro Gregorace. Il gup del Tribunale di Catanzaro, nel disporre il rinvio a giudizio, ha fissato la prima udienza del processo per il 21 luglio. Al centro dell’inchiesta ci sono le presunte richieste estorsive subite da una società modenese che ha realizzato il porto di Badolato. Gli imputati, a vario titolo, avrebbero costretto gli imprenditori ad affidare i lavori in subappalto a ditte riconducibili a Vincenzo Gallelli e a rifornirsi di materiale a un prezzo maggiorato. Alla società appaltatrice dei lavori sarebbe stata imposta, inoltre, l’assunzione di un guardiano “per garantire la sicurezza nel cantiere”.
Sulla vicenda già nel 2005 l’allora pm della Procura di Catanzaro, Luigi de Magistris, aveva avviato un’inchiesta che si era conclusa con una sentenza di non luogo a procedere emessa nel novembre 2007 dal gup di Catanzaro. Alla fine del 2008, però, gli inquirenti avevano acquisito nuovi elementi di prova grazie alle dichiarazioni rese da alcuni soci della ditta modenese. Testimonianze che avrebbero trovato poi riscontro in alcune intercettazioni effettuate nell’ambito dell’operazione della Dda denominata “Itaca-Free Boat”. La Procura ha così chiesto la revoca della precedente sentenza di non luogo a procedere. Richiesta accolta dal gip il 19 maggio 2015: una nuova udienza preliminare è quindi iniziata nell’ottobre scorso ed è terminata il 7 giugno con il rinvio a giudizio dei cinque imputati. Il Comune di Badolato era tornato al voto il 6 giugno scorso dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose disposto il 22 maggio del 2014.