Il Consiglio di Stato ha annullato la laurea in Giurisprudenza per una studentessa di Giurisprudenza dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. La vicenda risale al 2007, quando un grosso scandalo coinvolse l’ateneo.
Le indagini furono avviate a seguito della segnalazione da parte di un professore, convinto che una studentessa presentatasi alla seduta di laurea non avesse mai superato l’esame della materia di sua pertinenza.
L’Università di Catanzaro nominò una commissione istruttoria per verificare gli esami sostenuti dagli studenti indagati. Nel caso della studentessa in questione non risultavano gli esami di diritto civile, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto penale, storia del diritto italiano, di procedura civile, diritto amministrativo e di procedura penale.
L’Ateneo annullò la laurea; la studentessa si rivolse al Tar della Calabria, che rigettò il ricorso motivando: “Nel merito, il provvedimento impugnato è adeguatamente motivato, con riferimento ad un’istruttoria approfondita ed esauriente, nel corso della quale sono state acquisite prove sufficienti a giustificare la decisione di annullamento.
Né, trattandosi di autotutela doverosa, in presenza di false attestazioni riguardanti il superamento degli esami, l’assoluta prevalenza dell’interesse pubblico necessita di apposite argomentazioni aggiuntive. Tutte le ulteriori censure, aventi carattere formale, sono superate dalla riscontrata doverosità dell’azione di riesame”.