Emergenza Sanità in Calabria: Stop al piano di rientro. Subito!


I Calabresi rischiamo di pagare un prezzo altissimo a causa di una sanità stremata da un PIANO DI RIENTRO CRIMINALE . I Calabresi non devono pagare i debiti creati da decenni di malapolitica. Paghi chi deve pagare ma non i calabresi innocenti !
Ora tutti propongono soluzioni per la Sanità Calabrese. Riapriamo le strutture chiuse?
Ma quando le hanno chiuse nessuno ha mosso un dito.

Il piano di rientro è un crimine contro i calabresi che tutti hanno subito supinamente .
Già dieci anni fa bisognava “arrivotare” tutta Roma contro il piano di rientro e contro la chiusura di decine di presidi sanitari in Calabria, ma la classe politica di destra e di sinistra ha accettato la punizione del piano di rientro senza poter reagire. Hanno accettato tutti i tagli da Roma complici della creazione del debito monstre e del modello romano creato per spedire migliaia di pazienti a curarsi al nord per arricchire le S.p.A. delle lobby finanziarie del nord.

In questa situazione emergenziale chiediamo:
-Azzeramento con fondi statali straordinari del piano di rientro.
-Riapertura di tutti i presidi sanitari chiusi .
-Assunzione di tutto il personale bloccato da anni a causa del piano di rientro.
-Ripartenza con bilanci azzerati dai residui pregressi e controllati ogni mese dalla Guardia di Finanza .
-Punizioni e pene severissime per chi si è arricchito con la sanità Calabrese realizzando il sistema con i LEA Livelli Essenziali di Assistenza più bassi in assoluto .

Questi sono i danni della riforma del titolo V della Costituzione che andrebbe abrogata per tornare ad un sistema sanitario unico nazionale. Come movimento stiamo studiando anche come tornare alla Sanità di Stato ma nel frattempo bisogna fare in conti con questo sistema squilibrato.

Terminata l’emergenza, la situazione calabrese deve essere affrontata con serietà dallo Stato e dalla Regione perché per gli errori del passato non possono essere addebitati ai cittadini calabresi che pagano i danni fatti da altri con un livello di assistenza pari a quello dei paesi cosiddetti del terzo mondo.
Per cui, innanzitutto, fondi annuali che garantiscano LEA pari alla media annuale del paese. (serviranno il triplo o il quadruplo degli attuali fondi? Poco importa! Negli anni lo Stato ha sottratto al SUD, e quindi anche alla Calabria, miliardi di euro, per cui inizi a restituirceli!!).

Controlli serratissimi, non solo quelli finali, ma soprattutto controlli ex ante ed in itinere per evitare lo sperpero dei fondi destinati alla sanità calabrese.
Obbligo per ogni ASP e AO di rendicontare mensilmente entrate ed uscite ad una task force ministero/Dipartimento Regionale/corte dei conti/ comando regionale guardia di finanza.

Paolo Spadafora
Coordinamento Regionale Calabria
M24A con Pino Aprile per l’Equità Territoriale.