La corsa affannosa alla ricerca delle responsabilità si nutre, oggi come sempre, della velocità e della tempestività con le quali ciascuno analizza e interviene circa gli episodi e le vicende.
Negli ultimi giorni si registrano fiumi di dichiarazioni, di interviste e di analisi, più o meno condivisibili, non più sulle soluzioni ai ritardi delle risposte sanitarie relative alla pandemia, ma sulla ricerca di chi siano state le responsabilità sull’istituzione della zona rossa, piuttosto che su chi sarebbe dovuto intervenire per adeguare il sistema sanitario calabrese in previsione della seconda ondata di diffusione del COVID.
C’è chi richiama primogeniture sugli interventi proposti in primavera e chi, con il classico “lo avevo detto”, si erge a novello Nostradamus.
Intanto, nessuno che dia senso ad una visione, operativa e strategica, circa interventi immediati che possano, nel breve volgere di qualche giorno, essere messi in atto per mitigare possibili aumenti di contagio e di diffusione del virus.
Nulli, con preoccupazione e sconcerto, gli interventi su un aspetto che in primavera, e oggi con la medesima recrudescenza, ha condizionato discussioni e analisi, soluzioni o proposte sull’impatto che il COVID ha avuto e continua ad avere sui nostri anziani.
Nemmeno dopo le “ripugnanti” dichiarazioni del Governatore ligure Toti, tranne pochi e meritevoli interventi anche in Senato, non si sono registrati prese di posizioni o indignazione.
E allora, visto che è forte la consapevolezza che non ci sia bisogno in questo momento di eroi o di inquisitori con lo sterzo alla memoria, mi viene di suggerire, a chi prenderà le redini della sanità calabrese e agli addetti ai lavori, di prendere in forte considerazione qualsiasi ipotesi possa rendersi utile per “tutelare”, in forma preventiva prima che in forma di “cura”, i nostri anziani. Siano essi che vivono la drammaticità del periodo chiusi nella propria abitazione, siano essi, invece, che rivivranno la “durezza” delle restrizioni da ospiti delle Case di Riposo e delle Comunità Alloggio Socio Assistenziali.
Il momento è talmente delicato che non sembra rispettoso avanzare proposte che, viziate da apparenti “interessi”, potrebbero venir viste come il classico “tirare acqua al proprio mulino”.
Tuttavia, atteso che l’impatto del COVID sugli anziani potrebbe avere, oggi come ieri, effetti devastanti, si pensi adesso, visto che non è stato fatto ieri, a soluzioni in tal senso. Magari creando percorsi e progetti già sperimentati in altri territori.
Chiamateli come vi pare. Allocateli dove ritenete opportuno. Dedicateli a chi volete.
Ma intervenire adesso è senza indugio.
Perché di ritardi ne abbiamo subiti tanti e inenarrabili.
Perché… è sempre una questione di tempo.
Rosario Bressi
Presidente Comunità Alloggio per Anziani Villa San Domenico
Cooperativa Sociale Il LAMPADIERE