Domani i docenti italiani scenderanno in piazza contro la riforma della scuola. Novembre sarà un mese di protesta nel pubblico impiego, in diversi settori. Particolarmente caldo si preannuncia il clima nel mondo della scuola, che si sta preparando ad uno sciopero generale contro la legge 107 del 2015, la cosiddetta “buona scuola” approvata di recente dal Parlamento. Ad incrociare le braccia sarà il personale aderente a Unicobas, Anief, Cub, Cobas, Usi Surf. I sindacati confederali, in attesa da sei anni del rinnovo contrattuale, hanno annunciato mobilitazioni di vario tipo, compresa una manifestazione che si terrà a Roma il prossimo 28 novembre.
Come ha spiegato l’Anief in un comunicato, i dipendenti della scuola esprimeranno il proprio dissenso “contro le ingiustizie presenti all’interno della legge di riforma, che trasforma i docenti in ‘semplici impiegati’, concentrando poteri e responsabilità nelle mani dei presidi”.
La mobilitazione di venerdì fa seguito, così, all’iniziativa che sabato 24 ottobre ha visto riuniti molti docenti, amministrativi, sindacati e cittadini nella piazzetta antistante l’USR per la Calabria, a Catanzaro Lido. I professionisti dell’ istruzione hanno detto “no” allo “strapotere conferito ai dirigenti scolastici dalla L. 107 nella parte che lo erige a capo assoluto della Istituzione scolastica in un’interpretazione eccessiva del ruolo che non ha eguali in nessuna altra amministrazione prevaricando anche il ruolo e le funzioni degli organi collegiali; al sistema di valutazione introdotto, che mette nelle mani di persone non qualificate la valutazione degli insegnanti. Infine, ad una retribuzione insufficiente che pone gli insegnanti italiani tra i meno pagati al mondo e che hanno il contratto bloccato dal 2009 e lo scatto del 2013 non recuperato che li priva di 2500 euro all’anno in busta paga”.
Alla protesta di giorno 13 aderiranno anche i Partigiani della scuola pubblica. Gli insegnanti calabresi- Psp hanno lanciato sul territorio nazionale una iniziativa parallela allo sciopero del 13 novembre. “Si tratta di una manifestazione congiunta- si legge in una nota- da tenersi in tutte le province italiane, costituita da un corteo di docenti e studenti che consegneranno al prefetto un documento steso da entrambe le parti, con cui si intende sfiduciare la legge 107 dal basso. Una forma di contrasto- scrive Psp- che potrebbe assumere valenza estremamente significativa per dare un forte segnale avverso il quadro desolante delle ultime riforme che pretendono di asfaltare la Costituzione, calate dall’ alto con forzature dei rispettivi iter legislativi, che evocano tristi tempi già vissuti da questo Paese nel primo dopo-guerra”.
Gli insegnanti calabresi Psp sfiduciano la legge 107/2015, la cosiddetta “buona scuola”, perché “cancella la libertà d’ insegnamento sancita dall’ art. 33 della Costituzione, compromettendo l’ attendibilità dei titoli di studio; perché cancella le scuole dell’ infanzia riportandole ai livelli qualitativi degli asili cofinanziati dagli enti territoriali e dalle famiglie; perché asfalta le pari opportunità garantite dalla Costituzione con delega in bianco sul sostegno con cui si intende privare i soggetti diversamente abili del sostegno alla didattica in aula; perché trasforma la scuola da organismo democratico in una Spa gestita da un manager plenipotenziario”. Per contro, il movimento auspica una scuola “libera, plurale, solidale, pubblica, statale e costituzionale”. In particolare, vuole una scuola che “recluti i docenti secondo i principi di trasparenza ed equità”.
Antonella Mongiardo