Ancora si dice un Quarantotto, per indicare disordine e subbugli; perché nel 1848 si scatenarono insurrezioni di: Palermo contro Napoli, Parigi contro Luigi Filippo, Vienna e Berlino contro i sovrani, Milano e dell’Ungheria contro l’Austria, guerra del Piemonte contro l’Austria, conflitto politico a Napoli… Ciascuno di questi episodi ebbe una sua particolare causa, ma tutti assieme si spiegano così: stava fallendo l’ordine internazionale stabilito dal Congresso di Vienna del 1815, e non più adatto ai tempi.
Oggi, nel 2023, abbiamo la Francia in piena guerra civile, e, come abbiamo scritto giorni fa, non può essere solo per due anni di pensione, ma ha qualche causa profonda, come una febbre è indizio di tumore. Ora è il turno di Israele, dove eravamo abituati alla guerriglia continua con i Palestinesi, e, all’interno, a una perenne crisi; che però finora andava a colpi di elezioni anticipate, oggi lo scontro fisico è tra popolazione israeliana e polizia israeliana.
In Italia, grazie a Dio, non ci sono fatti violenti; però abbiamo i sindaci che violano sfacciatamente le leggi e registrano “genitorialità” fantasiose; e ong che fanno come se il mare e i porti fossero di loro proprietà. E un governo che a volte pare malato di buonismo: e non va bene.
Stavolta le ondate di clandestini arrivano dalla Tunisia. E che vuole fare l’Europa? Mandare soldi a un governo tunisino palesemente incapace, e che però ci viene spacciato per “democratico” e da “primavera araba”.
Incapace è l’EU, che è come i piccolo borghesi: capisce solo di soldi, e ignora la politica. Figuratevi se Ursula e Gentiloni hanno i baffi per occupare – con una scusa qualsiasi – la Tunisia! O davvero deve intervenire, con nostra vergogna, la NATO?
Intanto la guerra sul Don non finisce e nessuno fa niente per la pace. E non c’è solo quella, ma Aden, la Siria, la Libia…
Disordine mondiale, per evidente inettitudine delle classi dirigenti; e per assenza di un pensiero che interpreti il mondo e indichi le soluzioni. Ci vorrebbe una filosofia, e oggi non abbiamo nemmeno le più scalcinate ideologie e le più sbadiglianti riunioni di partito.
Ulderico Nisticò