Disastro telematico


 Leggete con intelligenza (naturale!) la narrazione biblica della torre di Babele. Gli uomini erano tutti uniti in una sola identità nazionale, caratterizzata da una sola lingua. Dopo aver fatto questo e quello, decisero – suprema superbia intellettuale! – di raggiungere il cielo; e utilizzarono la tecnologia: mattoni e non pietre; bitume e non calce. Come finì lo sapete: si confusero le lingue, e gli uomini si separarono in nazioni.

 Nel 2024, gli uomini tutti sono uniti da una rete telematica, che condiziona ogni cosa, dai satelliti artificiali al mio anzianissimo computer con qui sto scrivendo. Una triste mattina, il marchingegno si è non dico rotto, ma certamente interrotto, con i ben noti guai. Vedremo come va a finire, e se la cosa si ripeterà. Ora, alcune riflessioni.

1. Tutto il sistema è in mano a pochissimi, i quali stanno negli USA. Ebbene, se il 19 luglio l’interruzione è accaduta per caso o per sbaglio, chi ci assicura che un domani non avvenga apposta e non venga usata come arma? Ovvero, può capitare che un tizio americano m’impedisca di collegarmi.

2. Stanno negli USA, perché la tecnologia avanzata sta lì; l’Europa, come sempre, è a rimorchio. I tentativi di Russia e Cina appaiono più d’immagine che di realtà concreta.

3. E siamo sicuri che questi americani non abbiano un archivio segreto in cui ognuno di noi non si trovi schedato con vita e vizi?

4. E se avessimo dato retta a chi pretendeva usassimo solo schede e non contanti? Fortuna che i tecnocrati sono stati mandati al diavolo dalla coralità generale.

5. E veniamo alla filosofia della scienza. Come a Babele, così oggi un episodio ha dimostrato che le torri crollano e le reti informatiche non funzionano. E chissà in quante cose si è sbagliata la scienza, e non ce lo dice nessuno? Per esempio, i vaccini.

6. La scienza si può sbagliare? Certo che sì, come per ogni cosa umana. Anzi, insegna il Vico, è attraverso gli errori che l’umanità ha imparato ed è progredita. La fede cieca nella scienza è proprio come quella nei maghi e nei profeti: profeti i quali, detto in generale, non ne hanno mai azzeccata una, e l’umanità non è mai diventata felice e nemmeno si è estinta o si estinguerà.

7. Aveva dunque ragione Platone: in una città bene ordinata, i filosofi devono comandare; i guerrieri custodire la pace; i tecnici, devono eseguire, ma non decidere. Il problema del 2022 è che non si vedono in giro filosofi.

Ulderico Nisticò