“Un giovane detenuto del carcere minorile di Catanzaro ha tentato di impiccarsi all’interno della sua cella. Si tratta di un giovane di 20 anni, di Milano, trasferito da poco nella prigione catanzarese.” A renderlo noto sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale dello stesso sindacato.
“Per fortuna, grazie al pronto intervento di un assistente della polizia penitenziaria, – affermano Durante e Bellucci – una giovane vita è stata strappata a morte certa. Il ragazzo dovrà uscire dal carcere tra due mesi.”
Il Sappe rende noto che: “questo è il terzo tentativo di suicidio ad opera di altrettanti detenuti, nel breve giro di una settimana, sempre nel carcere di Catanzaro. È evidente che qualcosa non funziona – scrive il sindacato – in tutto il sistema penale minorile, dove, a volte, gli eventi critici superano addirittura quelli degli adulti. Non è aumentando l’età di permanenza nelle strutture per minori, da 21 a 25 anni, che si risolvono i problemi”.
17:56 | A distanza di poche settimane un altro detenuto ristretto nel Carcere minorile di Catanzaro ha tentato di suicidarsi arrotolando le lenzuola del letto, legandole al montante della finestra della sua cella e stringendosele attorno al collo” è quanto dichiara Walter Campagna, Coordinatore Nazionale per la Giustizia Minorile USPP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria), già UGL.
“Lo hanno salvato gli agenti della polizia penitenziaria che sono subito intervenuti. Ma occorrono provvedimenti concreti” ribadisce Campagna aggiungendo che “non si può lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità della Polizia penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticità delle carceri. L’impegno degli agenti in un periodo davvero difficile rischia di rimanere vano.