Gianni Calabretta pubblica un suo studio sulla demografia soveratese, poi ripreso, ad unguem, dalla stampa. Per Gianni, numeri alla mano, la situazione è preoccupante:
– 8.500 anime, con evidentissimo crollo rispetto a pochi anni fa; e attento, Gianni: molti hanno residenza e domicilio a Soverato, ma trascorrono buona o gran parte dell’anno presso i figli;
– molti anziani;
– pochi nati.
Cosa è successo, a Soverato? Intanto, e non è affatto un paradosso, quando Soverato era uno dei centri più vivaci della Calabria per commerci e artigianato, contava tre, quattromila abitanti; ma tutti attivi nella produzione e commercializzazione; e quasi inesistente era l’impiego a posto fisso. Altri tempi!
La crescita urbana, risalente dagli anni 1970, è avvenuta senza l’ombra di un piano regolatore, e non dico solo un foglio di carta, dico un’idea di quella filosofia che è l’urbanistica. In pratica, tutti hanno fatto tutto.
Il peggio del peggio, aver destinato due terzi del poco territorio a “edilizia economica e popolare”, cioè appartamenti dove si può solo mangiare e dormire, e nemmeno scendere a prendere il caffè, perché un bar non c’è; e per legge non ci può essere. L’area attiva della Soverato 2023 è la stessa del 1960: dal passaggio a livello alla stazione; il resto, dormitorio.
Arrivarono dal 1980 le invasioni barbariche. Oh, non erano Visigoti o Longobardi, bensì professori e medici e funzionari regionali, tutti, presi uno per uno, degnissime persone, ma, nella stragrande maggioranza, rimasti allora e oggi estranei alla vita sociale… tranne, e nemmeno in tanti, a quella organizzata due o tre volte l’anno.
Corollario che a Gianni certo interesserà: Soverato fu la terra della politica, e di buon livello culturale, e che diveniva anche sana polemica e satira; oggi, se uno – non si sa mai! – volesse iscriversi a FdI o PD, dovrebbe telefonare direttamente a Giorgia o a Elly, per totale assenza di riferimenti a Soverato, e lo stesso a Catanzaro.
Conclusione: Soverato dall’ammodernamento ha preso solo i lati negativi; e pare una periferia senza centro!
Che si può fare? Sul turismo mi sono espresso molte volte: stroncare gli affitti in nero, per migliorare la qualità a scapito di un’inutile caotica quantità di meno di un mese.
Infine, la conurbazione, che del resto è già avvenuta proprio perché Soverato, Satriano e Davoli non ebbero mai un piano regolatore: e si vede!
Gianni Calabretta ha lanciato il sasso… no, il masso in piccionaia. Io dico la mia. Ora aspettiamo gli intellettualoni megagalattici, che hanno da commentare.
Ulderico Nisticò