Fresco di stampa il nuovo “Calendario di Arte e Poesia” 2022, ideato da Vincenzo Ursini, presidente dell’Accademia dei Bronzi, e giunto ormai alla decima edizione.
Il calendario, una pubblicazione che ha ormai varcato i confini nazionali, sarà presentato martedì 14 dicembre, alle ore 10,00, nella “Chiesa parrocchiale SS. Immacolata e San Michele” di Botricello, gentilmente concessa al sodalizio culturale catanzarese dal parroco don Rosario Morrone.
Questi i poeti e gli artisti selezionati che con le loro opere accompagneranno gli amanti della cultura per i prossimi 365 giorni.: Autunno Ettore (Melzo) con l’opera “La metamorfosi del poeta” nella quale la fugacità della vita è rivista in brevi istanti come in una foto in bianco e nero; Barraco Antonina di Garbagnate Milanese con la lirica “Sensibilità”, bel viaggio intrapreso nei sentieri dei sentimenti dell’anima; Bernardo Ciddio Donato Sebastiano di Roma con la poesia “Le idiozie cancellano le speranze” nella quale l’autore evidenzia quanto la faziosità dei comportamenti umani possa a volte cambiare le dinamiche della vita; Bianco Antonietta Angela di Cagliari con “Rinascita a nuovi istanti”, esortazione che incoraggia a non essere mai arrendevoli, perché la speranza ha sempre generato nuova vita; Biasuzzo Sabina di Mestre per la lirica “Notte di quasi primavera a Venezia”, bella composizione che rimarca in maniera inconfondibile i contorni della città lagunare, invitando il lettore a non abbandonare mai i sogni; Bigoni Elisabetta (Fiorano al Serio), per “Nuvole”, momento di profonda estasi per lenire la propria angoscia; Bocotti Massimo di Lodi per la poesia “L’amore”, amore vero fatto di reciproca e autentica intesa; Camellini Sergio di Modena per “Canto, musica e poesia”, poesie nella quale il poeta sottolinea come non si possa restare indifferenti alla bellezza di ciò che ci circonda; Cantafio Angela Rita di Lamezia Terme per la poesia “All’improvviso il sole”, componimento che, dopo le inevitabili delusioni, invita alla rinascita per intraprendere un ulteriore camino; Capria Francesco Saverio di Catanzaro per “Noi due”, magicamente descritta la casualità di un incontro d’amore; Celeste Giusy di Casalnuovo Monterotaro per “Raccontami”, quasi una preghiera volta per ricercare quella serenità che può avere solo chi ha potuto contemplare il cielo;
Chiappetta Angelo di Rende per “La vita e le sue stagioni”, bella similitudine fra la vita e un battello nella sua navigazione; Colicchio Maria Rosaria di Napoli per “Primavera”, significativa “rinascita” naturalistica accomunata con la voglia di rinnovamento dell’uomo”; Cosco Paola di Catanzaro, per la poesia “Conforto”, invito a nuova luce dopo momenti di buio tesi a rivivere, forse, un passato da dimenticare; De Toffol Annalinda di Ospedaletto Euganeo per “Settembre”, bel contesto contesto nell’evidente e inconfondibile bellezza della natura autunnale; Di Francesco Luisa di Taranto per “Orlo di primavera”, susseguirsi di ricordi che riportano l’avvento della bella stagione”; D’Urso Mario di Bisceglie per “L’ultimo ombrellone”, quasi una chiusura temporanea della vita che nel suo trascorrere ne cambia le fasi; Esposito Ciro di Portici con “Fiocchi di neve”, ricordi persi negli occhi della persona amata; Fratto Nuccia Parrello di Catanzaro con la lirica “Strade”, memorie che affiorano dai cassetti della vita, come nel percorso di una strada;
Gentili Stefano di Lamoli di Borgo Pace con “Emozionami”, quasi un’esortazione a trovare le emozioni riposte in una figura di donna; Giovene di Girasole Elisa di Catanzaro con la poesia “A mia madre…”, quasi uno scatto fotografico che ricorda un significativo momento di vita della propria madre; La Moglie Salvatore con “Amo la parola”, la “parola” nelle sue diverse sfaccettature: che colpisce, che lenisce e che contesta; Leo Donato di Gioia del Colle con “Deserto rosso”, un addio che lacera il cuore lasciando profonde ferite che, forse, solo il caldo sole del deserto potrà guarire; Lubrano Rosella di Melazzo con la lirica “Ritorno”, descrizione di un paesaggio che cela l’affacciarsi a nuova luce e a forti emozioni; Miriello Nicola di Lamezia Terme per la poesia “Natale”, la festa più bella dell’anno vista nei suoi aspetti più mesti, dati dalla solitudine, vissuti in una stanza d’ospedale o da chi non assapora l’amore o, ancora, da chi viene segnato da una misera vita;
Manca Marinella di Milano per “Fragranza di pane”, bella poesia con la quale la poetessa rivive momenti intramontabili: il sapore del pane, il vento sulla laguna, il profumo di violette…; Misasi Francesca con “E poi”, “stupenda visione dell’amore perduto e mai più ritrovato; Mollo Maria di Cosenza per la lirica “Non lasciateci sole”, una forte dichiarazione affinché mai le donne vengano lasciate sole e mai più lo siano; Nardo Domenico di Vibo per “Il tempo”, il poeta vibonese ne rimarca il suo scorrere, quasi come lieve respiro di vita, nella sua concretezza e nella sua “volubilità”; Nicolazzo Silvana di Lamezia Terme per “Stupido cuore”. È al “cuore” che l’autrice si rivolge, quel cuore che ha vissuto la pienezza dei sentimenti resi poi effimeri.
E ancora: Palazzesi Gianni per “Pensieri di settembre”, il poeta diventa girovago, accompagnato dal tiepido vento settembrino; Panetta Rosita per “Quello che porto nelle tasche”, momenti di vita che per la poetessa il tempo ha reso importanti; Pivelli Filippo di Ferrara per “L’origine”, una unione vista nelle “attese”, nelle medesime radici o ancora nella stessa aria respirata; Porchiero Michele di Polistena per “A luglio”, il poeta ascolta il malinconico canto dell’assiolo che segna il finire del giorno e la propria solitudine; Ranieri Anna Rachele di Terzigno per “Apri gli occhi!”, un voler “ritrovarsi” negli abbracci e nelle parole che mancano da tempo;
Rinforzi Lolita di Assisi per “Carezze di Maestrale”, l’abbraccio del sole in un ritorno di emozioni, quelle emozioni che un tempo hanno toccato anche il profondo dell’animo; Risalvato Flavia di Monza per “18 Luglio 2021”, una data che sembra acuire il ricordo di importanti presenze; Ruocco Lucia di Atrani con “La mamma”, la poetessa descrive quanto possa essere infinito l’amore e il legame che unisce una madre e un figlio; Saragaglia Apollonia con “Il mio cuore”, poesia struggente legata alla pena di non avere amore dentro; Serio Antonina con “Il cammino angusto”, poesia nella quale “dimenticare” diventa quasi simbolo di salvezza; Siciliano Roberta con “Restano i tuoi occhi”, bei ricordi di momenti vissuti con autentica intensità; Spagna Massimo con “La voce del Maestro”, magnifico ricordo del proprio maestro di canto e delle sue stupende melodie;
Spagnuolo Sonia (Francavilla Marittima) per “Notturno”, fra le ombre che si allungano nelle strade, per la poetessa anche l’animo allenta le sue sofferenze; Spataru Liliana di Brasov (Romania) per “Senza fine”, il desiderio di un amore unito alla speranza di percepirlo nelle parole o nelle righe di uno scritto; Tagliani Caterina di Sellia Marina per la lirica “Come orologio quando segna l’ore”, il tempo visto nel suo evolvere, ora da fanciullo, ora da canuto anziano; Talarico Maria Teresa di Cropani per “Aspetto che ritorni”, lirica con la quale la poetessa rimarca l’importanza di un amore che ancora può tanto donare”; Taverniti Cosetta di Pazzano per “Aspettami settembre”, settembre sembra raccogliere gli ultimi sprazzi di una bella stagione estiva ormai alle spalle; Trunzo Maria Grazia (alla memoria) di Lamezia Terme per “Ad Anita”, intensa dedica alla propria figlia, un amore già definito ancor prima della nascita.
Gli artisti sono invece 12, uno per ogni mese. Eccoli: Aimi Loredana (Novara di Sicilia) con “Mulino Giorginaro”, un particolare mulino d’altri tempi, simbolo di antiche memorie e valori; Chiarella Giovanni di Catanzaro con “Estate a Racisi”, bella rappresentazione di uno scorcio silano, Furchì Modesto di Roma con “Covid 19, il Cristo della rinascita”, la sofferenza del volto di Cristo s’identifica con la profonda teologia della salvezza “ricevuta ed accolta”; Galati Giuseppe di Acquaro con “Mia madre”, bel ritratto di una madre nei cui occhi si scorge l’amorevole tenerezza verso il figlio; Gallelli Mimma di Catanzaro con “L’attesa sul Po”, originale stormo di uccelli sul fiume, in attesa del prossimo volo;
Giotti Antonina “Vaso con fiori”, immagine floreale dalle pennellate veloci e ariose; Leonardo Alfredo di Catanzaro con “San Francesco di Paola”, grande opera sul santo di Paola, donata dall’Accademia dei Bronzi alla Parrocchia “San Pio X”; Polizzi Ada di Catanzaro con “Paniere di fichi”, classico paniere di vimini ricolmo di fichi di diverso colore, creando un netto contrasto con le parti scure dello sfondo. E infine: Rizzo Caterina con “Nel nome del Padre”: opera che testimonia la necessità di sostare davanti alla memoria e alla figura di Giovanni Paolo II; Rosanò Ugo di Catanzaro con “Natura morta”nella quale la semplicità della composizione pone in evidenza la quotidianità; Saragaglia Apollonia di Corato con “Creazione”, diversi e sostanziali elementi collegati alla creazione dell’uomo e della natura; Spagnuolo Sonia di Francavilla Marittima con “Scorcio di paesaggio calabrese”, particolare angolo di un paese di Calabria, interessato dagli inconfondibili segni del tempo.
Insomma, anche questa edizione del “Calendario di Arte e Poesia” dell’Accademia dei Bronzi, offre significativi spunti di riflessione e approfondimento.
Nella foto: Poeti e pittori del Calendario
Aimi, Autunno, Barraco, Bernardo Ciddio, Bianco, Biasuzzo, Bigoni, Bocotti, Camellini, Cantafio, Capria, Celeste, Chiappetta, Chiarella, Colicchio, Cosco, De Toffol, Di Francesco, D’Urso, Esposito, Fratto Parrello, Furchì, Galati, Gallelli, Gentili, Giotti, Giovene di Girasole, La Moglie, Leo, Leonardo, Lubrano, Manca, Miriello, Misasi, Mollo, Nardo, Nicolazzo, Palazzesi, Panetta, Pivelli, Pochiero, Polizzi, Ranieri, Rinforzi, Risalvato, Rizzo, Rosanò, Ruocco, Saragaglia, Serio, Siciliano, Spagna, Spagnuolo, Spataru, Tagliani, Talarico, Taverniti, Trunzo e il presidente Ursini.