Ci piace indirizzare queste considerazioni agli E-gregi Signori che hanno fondato il Foglio, lo dirigono e scrivono articoli suggestivi come quello diffuso all’attenzione degli Italiani il dì 15.08.16, compresi quegli Italiani che non sono affatto interessati, ma, poiché Cittadini, loro malgrado partecipano al suo ingente finanziamento, dispensatogli dallo Stato.
Ci piace però un po’ meno forse il fatto che, grazie all’articolo, ora sembrerebbe che qualcosa ci accomuni proprio a loro: e infatti, anche Noi, Docenti meridionali, siamo usciti dal gregge delle Capre di recente e rondoliniana memoria, per entrare, insieme ai nostri Studenti, nel branco dei Somari.
Faunistica ironia a parte, è evidente che taluna frangia giornalistica goda nell’incitare alla divisione razziale interregionale, piuttosto che registrare con soddisfazione che almeno in un settore, esista una sorta di “riscatto” meridionale.
E la “questione” non è poi così peregrina, se solo si pensa, che, piaccia o no a certi colti intellettuali del nord, il sud ha sempre dato dei punti: studiare, tanto e bene, al sud, per ragioni storiche è nato forse come scelta obbligata (le fabbriche, con le loro certezze di immediati guadagni per i giovani appena in possesso della licenza di scuola media inferiore pullulavano nel settentrione ove apportavano ricchezza economica ma povertà culturale); ma poi si è virtuosisticamente ed endemicamente diffuso, producendo, così, ottimi risultati.
E allora basta con questa becera e squalliduccia tendenza di certa stampa che fonda la sua audience sull’effetto di epiteti facili e volgari!
A noi Docenti meridionali non interessa competere con gli altrettanto validi e meritevoli Colleghi del nord e non gradiamo il turpiloquio, senza contare che al Nord lavorano moltissimi nostri conterranei che contribuiscono da docenti alla formazione degli studenti e da lavoratori anche molto qualificati alla crescita economica di quei contesti territoriali.
Ci basta quindi constatare con un pizzico di soddisfazione che quest’anno scolastico siamo stati particolarmente bravi. E con noi, i nostri Studenti.
Partigiani della Scuola Pubblica