Alcuni clandestini di Cutro e alcuni parenti dei poveri morti hanno pensato di fare causa all’Italia. Beh, come si dice in Calabria: anima loro, coscienza loro. Hanno anche trovato, con grande rapidità, degli avvocatoni. Tutto questo è lecito e legittimo, penso io, il quale, essendo un prof di lettere classiche in pensione, non ho studiato diritto.
Però una riflessione mi frulla per la testa. Il diritto è una faccenda complessa, e passa attraverso molti meccanismi, alcuni dei quali sono automatici, cioè iniziano in un modo e poi devono andare avanti per forza. E quando io chiedo un’indagine, qualcuno deve indagare; e non indaga per forza come voglio io, ma come vuole lui, anzi come deve lui.
Faccio un esempiuccio. Pochi annetti fa, la DIA iniziò un’indagine sul CARA di Isola Capo Rizzuto (paese, notate già ora, confinante con Cutro). Avendo scoperto che quelli ivi trattenuti “mangiavano da porci”, cioè robaccia schifosa spacciata per cibo, parole del PM, incriminarono… state attenti all’ordine delle parole: il parroco, il benefattore e la ‘ndrangheta locale, in quest’ordine; totale un 150 persone. Don Scordio, 14 anni di galera; Sacco non ricordo se 16 o 18: entrambi in seconda istanza. I mafiosi, spiccioli vari.
Vedete, quando inizia un’indagine, cosa può capitare? E se la inizia la DIA:… Lo stesso se qualcuno comincerà a chiedersi e a chiedere, per esempio, come mai il precario barcone non puntava su Crotone, dove c’è un piccolo porto, o su Roccella, idem, ma su una spiaggia deserta, e deserta da Catanzaro Lido a Castelle, tranne un breve periodo di bagni. Come mai, o fu un caso?
E chi è che “puntava”? Gli scafisti, un paio subito arrestati, e l’altro beccato in Austria, che invece NON confina con Cutro: come ci arrivò? Non certo su un barcone. E gli scafisti hanno fatto tutto di loro iniziativa e fantasia, o c’era qualche accoglienza notturna e organizzazione? Di notte, diceva Hegel, tutte le vacche sono nere. PS: Non è uno scherzo o una battuta falsamente attribuita a Tizio e Caio come fanno certi ciuchi, ma Hegel lo ha detto davvero; consultate un testo di filosofia. Ecco, di notte e nel deserto, tutto può succedere, e su tutti è opportuno… no, è doveroso indagare.
Eccetera. Insomma, sono domande che qualsiasi investigatore di mestiere si deve porre e si pone, se vengono in mente a un vecchio professore di lettere. Vecchione ma buon conoscitore della storia umana in generale, e in particolare di come vanno certe cose in Calabria; luogo nel quale chi ha qualche carbone bagnato ama tenersi alla larga da certi rischi automatici delle azioni giudiziarie.
Insomma, fare causa all’Italia può rivelarsi una mossa incauta degli avvocatissimi, e dalle conseguenze imprevedibili. Staremo a vedere.
Ulderico Nisticò