Arriva al Tribunale di Catanzaro quella che ipocritamente chiamano visita del CSM, e spero sia un’ispezione. Che altro deve succedere, tra quelle mura, dopo giudici donnaioli e ladri, e vari altri scandali? Può succedere altro?
E sì che può succedere, ed è dare un’occhiatina alla culpa in vigilando. Che roba è, ve lo spiego subito con un esempio: se il professore si assenta, il dirigente scolastico (preside) e il dirigente amministrativo (segretario) devono controllare se è giustificato o meno; se sì, passi; se no, assumere tutti i provvedimenti previsti dalle normative; se non lo fanno, ecco la culpa in vigilando, cioè non controllano. Ognuno applichi l’esempio alla sua professione.
E non è che il capo debba aspettare per forza la consumazione di un reato; anzi, si deve accorgere prima (in vigilando) che il suo subordinato… Nel caso di un giudice, che le sue frequentazioni non sono delle più raccomandabili; e chiamarlo in disparte la prima volta, ammonirlo; la seconda, procedere.
E non c’è privatezza che tenga. NOTA: La privatezza sarebbe quella cosa che i pacchiani chiamano privacy. Un giudice non ha nessunissima privatezza che giustifichi un tenore di vita, uno stile, delle abitudini disdicevoli. È strapagato apposta, per assumere un bel po’ di obblighi non solo di deontologia professionale, ma di etica e di morale. Non deve dare scandalo, un giudice; non deve gettare vergogna sulla magistratura, e sfiducia popolare. E la culpa in vigilando è non accorgersene prima.
Ora spero in una “visita” a Catanzaro fatta come si deve, ovvero ispezione, e con effetti retroattivi, molto retroattivi, ed estesi anche ad esami di avvocato ed esami universitari ed esami di maturità e scuola media… ed estesi a tutte le sentenze del giudice Petrini – è reo confesso, quindi posso nominarlo – ed eventuali conniventi e complici. Eccetera. Ragazzi, quando si inizia ad ispezionale, non si sa mai come va a finire!!!
I colpevoli paghino: paghino con la galera, se è il caso; e con il licenziamento in tronco; e con soldi, anche per risarcire i danneggiati dal comportamento disonesto.
Tutto questo anche, direi soprattutto per mettere sana paura a tutti: giudici, avvocati e imputati. Nel mondo reale, solo la paura impone comportamenti corretti.
Ulderico Nisticò