Cosenza è il capoluogo della provincia di Cosenza, vero? Però conta 67.000 anime, mentre Corigliano – Rossano ne annovera 84.000, e con attorno un vasto territorio.
E nessun luminare della scienza mondiale si è mai accorto che l’Università di Cosenza è a Rende? E gli studenti abitano dove trovano, e nemmeno sanno, o se ne curano, se l’appartamento è a Rende o a Cosenza. Lo stesso per Castrolibero.
Lo stesso, del resto, per Laganosa: vorrei sapere dove, alla Cittadella, finisce Satriano e inizia Soverato. Lo stesso per le zone costiere di San Sostene, Davoli e della stessa Satriano; e, date un’occhiata, Soverato.
E studiate le mappe dei Comuni, scoprendo che alla Razzona – ne ho scritto, ma a Cardinale non gliele frega niente a nessuno – s’intrecciano Cardinale, Chiaravalle e, sorpresa!, Argusto. Provate a mettere d’accordo tre sindaci.
Quanti altri esempi vi servono? E sono tutti effetti di una politica… macché, di una non-politica del territorio, ovvero “Fate tutti quello che vi pare”, alla faccia di Ippodamo di Mileto e Piacentini.
La Calabria è divisa in 404 Comuni… attenti, non spacciate la cosa come Italo, Magna Grecia e roba simile; sono in massima parte invenzioni di Giuseppe Bonaparte (1807) e Gioacchino Murat (1811), per accontentare nobili e borghesi loro sostenitori; i quali si ritagliarono i territori comunali a convenienza. Vedi casa di Petrizzi lungo la strada per Gagliato!
I Comuni suddetti hanno tutti vasti territori e scarsissimi abitanti; e gli abitanti sono in gran parte vecchi. Questi pittoreschi paeselli dovrebbero, oggi, progettare a livello europeo, stendere piani, tradurli in qualche lingua… Scherziamo?
Intanto, e d’urgenza, vanno obbligati i Comuni a consorziarsi per i progetti, con incarichi pro tempore a professionisti seri e che se ne freghino delle proteste di Pinco e di Palla.
E poi, procediamo con le fusioni: fusioni, non pannicelli caldi. Cosenza, Rende, Castrolibero… sono già in fusione fredda; facciamola calda, e via.
Non tutti saranno d’accordo? Pazienza.
Ulderico Nisticò