Corte dei Conti: quis custodiet ipsos custodes?


 Così, ironicamente, Giovenale: chi custodirà i custodi? Più d’una volta, forse lo ricorderete, io ho espresso quelle che, educatamente, chiamo perplessità per la Corte dei Conti, la quale si presenta solennemente una volta l’anno, lamenta questo e quello, saluta e se ne va. Sarò male informato, e caso mai informatemi meglio voi, ma non ricordo che mai la CdC abbia assunto qualche provvedimento, come, putacaso, mandare gli atti alla Procura.

 Eppure, ce ne sono di conti sballati, in Italia: soldi di sospetta strada, soldi male utilizzati, e valanghe e valanghe di soldi non spesi. Esempio, la Calabria da quando esiste la Regione, 1970. Ebbene, io non ho mai sentito che la CdC calabra abbia chiamato a rendere conto (tautologia) qualcuno, da Guarasci a Spirlì, sui soldi non spesi, anzi rimandati a Roma o a Bruxelles. Lo stesso per Comuni ed enti vari.

 Ebbene, se, detto in generale, la CdC impiega un anno a fare i conti, e ce ne parla tre mesi dopo l’inizio dell’anno seguente, e poi non prende nessuna iniziativa, costituisce un freno e un ostacolo, senza però garantire la correttezza. Non la garantisce, perché non ne ha il potere: se un ente qualsiasi non spende, è sicuramente indizio di imbecillità e pigrizia, ma non è un reato. Perciò, letta la relazione, la CdC se ne va micia micia.

 Pare che, per un atto di Draghi, adesso la CdC abbia il potere di controllare i fondi europei. Non avrei niente il contrario, se potessi sperare che il controllo avvenisse al volo (con un computer, si fa questo e altro), diciamo in una settimana. Il governo decide X lunedì, la CdC si mette al lavoro, e dà una risposta al massimo sabato mattina.

 Se invece un provvedimento del 3 giugno 2023 viene controllato il 3 giugno 2024, intanto l’Europa si ripiglia il PNRR: ed è un lusso che non ci possiamo permettere. Ovvero, come disse l’onestissimo romano Fabrizio Luscino, “Preferisco che un concittadino mi derubi, piuttosto che lo straniero mi saccheggi”. Io spero che non rubi mai niente nessuno; però perdere i soldi sarebbe molto peggio.

 S’impegna, la CdC al controllo di ogni singolo atto entro sei giorni lavorativi? Se non s’impegna, aboliamo la norma Draghi, e torniamo indietro.

 Corollario. Credo che pochissimi Stati al mondo abbiano controlli e passaggi burocratici quanti ne ha l’Italia. Qualcuno ne ha calcolati dieci per ogni atto. Se i controlli funzionassero, l’Italia sarebbe più onesta dell’Atlantide di Platone, dell’Utopia di san Tommaso Moro, della Città del sole di Campanella. Le cronache non la pensano così, ahinoi!

Ulderico Nisticò