Coronavirus, messaggi di speranza dai detenuti della Casa Circondariale di Catanzaro


Anche dai detenuti della Casa Circondariale di Catanzaro arrivano messaggi di speranza per questo periodo di emergenza Coronavirus. Gli ospiti della struttura catanzarese, infatti, stimolati dalla loro Direttrice, Angela Paravati, si sono adoperati e impegnati nella realizzazione di suggestivi striscioni e cartelloni con frasi di incoraggiamento e di invito a rispettare le disposizioni ministeriali sulla limitazione degli spostamenti.

Anche loro in questo periodo stanno vivendo una situazione di grande disagio per l’impossibilità di effettuare i colloqui con i propri familiari per i quali manifestano anche una grande preoccupazione per la possibile diffusione dell’epidemia. A ciò si aggiunge per loro, come per la società civile, la chiusura delle scuole e di tutti i corsi che prevedevano contatti con il mondo esterno.

E, in questa situazione, stanno però dimostrando un grande senso di responsabilità e di fiducia nei confronti di tutto il personale soprattutto quello di polizia penitenziaria, che con grande dedizione, quotidianamente presta lavoro nelle sezioni detentive, dove contribuiscono a mantenere un clima sereno, in una situazione difficile che tutto il mondo si sta vivendo.

E i detenuti, con grande umorismo, hanno anche realizzato , nel laboratorio di cucito, dei pupazzi muniti di mascherine bene in vista , a testimonianza del momento attuale. Uno degli striscioni, rivolto al mondo esterno, è stato affisso all’ingresso dell’Istituto. Un gesto dal forte valore simbolico, in questo momento di grande difficoltà, in cui i detenuti esprimono anche ringraziamenti a tutti coloro che si stanno adoperando a contrastare e prevenire il Covid-19.

Dal carcere, quindi, un messaggio positivo che deve essere sottolineato perchè non è corretto parlare di carcere solo per raccontare eventi negativi, ma , accanto alle proteste che hanno segnato alcuni istituti, è giusto far emergere la correttezza e positività della maggior parte degli ospiti delle strutture penitenziarie.

Rosanna Paravati