Dopo i sindaci del Cosentino, anche un gruppo di 57 sindaci del Catanzarese si mobilita contro gli arrivi indiscriminati dalle regioni settentrionali ad alto contagio e decidono di presentare un esposto alla procura della Repubblica di Catanzaro e Lamezia, al prefetto di Catanzaro, al ministero dell’Interno e – tra gli altri – al presidente della Regione per chiedere l’applicazione dell’articolo 438 del codice penale che tutela la salute pubblica.
A prendere l’iniziativa sono stati i primi cittadini di Albi, Amaroni, Amato, Andali, Borgia, Botricello, Cardinale, Carlopoli, Catanzaro, Cenadi, Cerva, Chiaravalle, Cicala, Cropani, Decollatura, Feroleto Antico, Fossato Serralta, Gasperina, Gimigliano, Girifalco, Gizzeria, Isca sullo Jonio, Jacurso, Lamezia Terme, Magisano, Maida, Marcedusa, Marcellinara, Martirano, Martirano Lombardo, Miglierina, Montepaone, Motta Santa Lucia, Nocera Terinese, Olivadi, Palermiti, Pentone, Pianopoli, Platania, San Floro, San Mango D’Aquino, San Pietro Apostolo, Sant’Andrea sullo Jonio, Sellia, Sellia Marina, Serrastretta, Sersale, Settingiano, Serrastretta, Simeri Crichi, Soveria Mannelli, Soveria Simeri, Stalettì, Taverna, Tiriolo, Torre di Ruggero, Vallefiorita.
“La situazione – si legge nell’esposto – non consente più indugi in quanto risulta elevatissimo il rischio di diffusione epidemiologico da coronavirus con un apparato infrastrutturale totalmente inadeguato a fronteggiare l’epidemia. A tutela della collettività che rappresentiamo e del bene salute, diritto costituzionalmente garantito, si chiede ai Procuratori di Catanzaro e di Lamezia Terme, per competenza, di azionare, ove ne ricorrano i presupposti, l’articolo 438 del codice penale che tutela la salute pubblica, considerata quale insieme di condizioni di igiene e sicurezza della vita e dell’integrità fisica o salute della collettività, messa in pericolo dalla diffusione di germi patogeni”.
L’eventuale presenza di nuovo flusso indiscriminato di dimoranti provenienti dalle Regioni del Nord espone le locali popolazioni al rischio di vero e proprio attentato al bene pubblico della salute tenuto conto che vengono esposte a pregiudizio le condizioni di igiene e sicurezza della vita e dell’integrità fisica della collettività, che costituiscono appunto la salute pubblica”.
“Come già, purtroppo, è capitato, il danno-evento – scrivono ancora i sindaci – consiste nella concreta diffusione del COVID 19 attraverso il contatto con popolazioni provenienti da Regioni del Centro Nord. Peraltro, si ricorda che la ratio dell’art. 438 del codice penale trova i suoi presupposti nella rapidità della diffusione, la diffusibilità ad un numero notevole di persone e l’ampia estensione territoriale del male”.