Un mese fa scrivo un articolo sulla conurbazione Satriano Soverato; e incontro una persona che mi approva l’idea, e non è quidam de populo ma Soriero; il quale non ha mosso un dito. Lo stesso per tutti i cittadini di Soverato e di Satriano, i quali non vogliono… eh, vi piacerebbe ci fosse almeno una volontà: no, semplicemente se ne fregano, anzi manco lo sanno.
Intanto Corigliano e Rossano hanno fatto Comune unico di 80.000 abitanti e 360 kmq di territorio; mentre due francobolli come Soverato e Satriano manco ci pensano; e a Badolato sono in guerra civile contro il trasferimento del Municipio non sulla Luna, ma a Badolato Marina; e da Borgia a Guardavalle si contano meno abitanti di Lamezia, però divisi in 28 Comuni, molti dei quali quasi spopolati.
Ora sarebbe l’occasione: Satriano ha un commissario, Soverato va a scadenza naturale: basterebbe, nella primavera del 2020, votare per un sindaco solo.
Attenzione, niente sofismi: non sto parlando di consorzi, unioni e roba simile, ma di un Comune unico con un unico sindaco: sono stato chiaro?
I motivi sono sotto gli occhi di tutti, se tutti avessero occhi. Storicamente, Soverato e Satriano non avevano niente a che vedere manco ai tempi dei feudi. Dagli anni 1970 si verificò – nella maniera più casuale e senza ombra di urbanistica e piani regolatori – una duplice espansione: Soverato verso sud, Satriano verso Laganosa; e i due agglomerati s’incontrarono, sempre, bene inteso, per caso; ma oggi sono intrecciati. Sorgeva così un mucchio in cui non si sa dove finisce uno e dove inizia un altro!
Un esempio: a nessun genio venne a mente che serviva una strada da via Trento e Trieste di Soverato a Laganosa, manco un chilometro, per evitare il bivio Russomanno. Non servivano Ictino e Callicrate e Piacentini: bastava un geometra diplomato con il minimo!
Gli abitanti? Di fatto, sia Satriano sia Soverato sono in diminuzione; e, ahimè, in invecchiamento. Una delle cause è che sono state costruite solo case per dormire; e mentre tutti si riempivano la bocca di Perle e Perline, gli alberghi non solo non venivano aperti, ma quei pochi che c’erano hanno chiuso. Carità umana mi vieta di fare nomi.
L’economia? Stipendi… anzi, pensioni. Dove sono le industrie e i valenti artigiani di un tempo? Sulla mia mostra fotografica, però mi sono accorto che fa paura: puzza di lavoro, mica emana soave profumo di posto fisso previa raccomandazione!
Ci sono dunque ottimi motivi per riconsiderare e ridisegnare il territorio. Io ci metterei anche Gagliato e Davoli. Da vedere, Petrizzi.
Ci vorrebbe subito un convegno serio. Come si fa un convegno serio? Ve lo spiego subito:
– Moderatore, Ulderico Nisticò: e sono guai vostri.
– Interventi liberi.
– Tempo per ogni intervento, minuti 10, ovvero secondi 600 contati.
– Ciò vale per chiunque; e quando dico chiunque, intendo chiunque. Sapete che ho tolto la parola a ben altro leon…
– Chi occupa i dieci minuti a raccontare che sarà breve o che Pitagora mangiava fagiolini o altre fandonie come lo sbarco di Ulisse o che la colpa è di Garibaldi o dei Borbone, finisce i minuti e gli spengo il microfono.
– Si invitano pertanto i convegnisti a restare rigorosamente nell’argomento della conurbazione oggi e non al tempo degli Enotri.
– Verrà elaborato un documento, e firmato.
– Il documento lo scrivo io, quindi sarà mezza pagina e senza equivoci tipo “ma secondo me la parola conurbazione… ”.
– Cena finale (eventuale), ognuno se la paga.
Ci sono tutti i termini per una rigorosa autoselezione, soprattutto il punto ultimo.
Si terrà mai un simile convegno? Ma no, state tranquilli, siamo in Calabria, mica in Giappone. Se mai se ne tenesse uno, sarebbero diluvi di chiacchiere mentre quasi tutti sono a prendere il caffè parlando delle prossime elezioni di Satriano e di Soverato: separate.
Ulderico Nisticò