Continua la crisi e la malagestione della Sanità in Calabria


La Calabria colleziona un ulteriore trofeo a danno dei cittadini, la crisi e la malagestione della Sanità continua a primeggiare nelle valutazioni negative sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Stando alla valutazione del Ministero della Salute, la Calabria è l’unica regione d’Italia ad essere valutata negativamente su tutte e tre le aree (ospedaliera, distrettuale, prevenzione). Troppa sciatteria e disinteresse nei confronti dei diritti dei cittadini calabresi, le esigenze dei cittadini ormai non corrispondono agli interessi della politica.

Liste d’attesa troppo lunghe, ticket, burocrazia, servizi ridotti, servizi inesistenti, mancanza di fiducia, inducono la popolazione a migrare verso altre regioni meglio organizzate; una percentuale è costretta a rinunciare alle cure, addirittura una quota si indebita.

Questo è il quadro della nostra sanità e la politica che fa? Nel mentre il servizio sanitario pubblico si indebolisce, il privato si rafforza sempre di più erogando prestazioni meno complesse e più redditizie. La sanità privata accreditata (a carico della regione) dovrebbe essere integrativa di quella pubblica, oggi è diventata sostitutiva, specialmente per quanto riguarda la residenzialità, nemmeno quella per acuti rimane indietro, con l’avallo di tutte le forze politiche locali e nazionali di ogni colore e credo.

Riteniamo che la caccia al colpevole possa distrarre dalle emergenze, il problema principale è la creazione di un piano di riorganizzazione della sanità regionale anche al fine di attivare strumenti e servizi idonei a gestire l’emergenza sanitaria in atto.

La situazione drammatica in cui viviamo ci impone di riflettere sulle cose da farsi per far recuperare alla Calabria la dignità perduta, e fare in modo che si possa fruire di un sistema sanitario regionale nuovo, tecnologicamente adeguato ai tempi e in grado di dare concrete e qualificate risposte agli innumerevoli e insoluti bisogni dei calabresi.

Una ultima notizia che lascia perplessi è quella inerente la volontà di voler chiudere i Reparti di Oncologia, Infettivi e Neurologia dell’ Ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone. Già depotenziato negli anni a meno di SPOK , in una vasta area su cui gravita l’utenza del medio jonio cosentino , e dell’alta Sila crotonese e cosentina, territorio privo di infrastrutture e senza presidi territoriali.

Se fosse vero dovremmo parlare di una visione miope dei bisogni dei Calabresi che continueranno a gravare pesantemente sul bilancio sanitario regionale per l’aumento della migrazione sanitaria.
Non possiamo esimerci dall’esprimere una prima necessaria considerazione che in un quadro molto complesso non può non essere evidenziata.

Le responsabilità di questa situazione hanno origine remote e vanno divise tra la struttura commissariale e i Commissari delle varie Aziende sanitarie le cui gestioni disastrose e fallimentari si sono caratterizzate per il taglio e/o riduzione di servizi anche essenziali nonché l’indebolimento della medicina territoriale.

Le responsabilità coinvolgono anche l’ente regione e in parte anche gli amministratori locali, se non per altro per la mancata vigilanza e/o per il disinteresse che alcune volte sembra caratterizzare il loro operato. E’ per questo che riteniamo necessario raccogliere tutte le forze migliori e attraverso percorsi di collaborazione e condivisione attivarsi immediatamente per affrontare e risolvere le varie problematiche per una vera e propria rifondazione del Servizio Sanitario Regionale.

Pertanto chiediamo al Commissario di predisporre con urgenza un piano che sia in grado di dare risposte immediate ai cittadini calabresi che ormai da anni aspettano. Bisogna, però uscire dalle segrete stanze e agire con la massima trasparenza affinchè la struttura politico/amministrativa della sanità diventi davvero “palazzo di vetro”. In chiusura una breve riflessione.

Lei Sig. Presidente/Commissario rappresenta la Calabria e i calabresi e ci permettiamo di evidenziarlo, ha la grande responsabilità di fare in modo che i soggetti in campo collaborino in una logica di interesse generale e di bene comune.

La Sua è una funzione di indirizzo, di scelta politica e di collante tra i soggetti coinvolti ed è per questo che dovrà evitare per quanto possibile ogni forma di scontro istituzionale, se così non fosse, sarebbe come voler perpetuare la pratica della “disorganizzazione ben organizzata”; che andrebbe tutto a discapito della cura degli interessi e della stessa salute dei calabresi che, invece deve essere massimamente tutelata.
Signor Presidente se vuole veramente vincere questa battaglia si allei con i cittadini, quali finanziatori e fruitori della Sanità pubblica.

Il Segretario Regionale Cittadinanzattiva Calabria
– Giuseppe Corrado –