Critiche anche alla Manovra finanziaria: “E’ recessiva e non aiuta il lavoro”
“Normalità, certezze e semplificazione”. Sono le tre richieste che il presidente di Confesercenti Catanzaro, Francesco Chirillo, ha posto al centro della sua riflessione nel corso della conferenza stampa programmatica di inizio anno che si è svolta stamani, presso la sede di Via Lucrezia della Valle.
Proposte che vanno nella direzione di “un sostegno diretto a chi crea lavoro e occupazione sul territorio”, e cioè le piccole e medie imprese, ma che si scontrano con una grande problematica di fondo: “In Calabria manca una guida politica, autorevole ed efficace”. Mancano, in pratica, gli interlocutori per ragionare insieme di sviluppo, rilancio dell’economia, riequilibrio dei rapporti tra aree urbane e periferie, tra centri commerciali e negozi di vicinato.
Chirillo ha ricordato, a tale proposito, le vicende giudiziarie che hanno coinvolto gli ultimi due governatori: “Uno condannato e in carcere, l’altro sottoposto a obbligo di dimora”. In questo scenario, latitano anche i parlamentari “che non hanno saputo portare al tavolo del Governo l’emergenza Calabria nella sua complessità, una regione che sta diventando il Sud del Sud”. Una evidenza che il presidente di Confesercenti ha sottolineato con riferimento alla legge di bilancio approvata in Parlamento: “Una Manovra recessiva che crea un clima complessivo di incertezza che coinvolge famiglie e imprese”.
Sul commercio pende, in particolare, “la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia che potrebbero far scattare un pesante aumento dell’Iva”. “In questo scenario – ha denunciato Chrillo – ci sentiamo completamente soli”. Un senso di abbandono che, però, non scalfisce l’ottimismo degli imprenditori, grandi e piccoli, pronti, come sempre, a rimboccarsi le maniche per risalire la china.
“Ma non aspettiamoci di risolvere i problemi della Calabria con le iniziative dei singoli – ha concluso il presidente. – Serve una visione strategica. E soprattutto è necessario uno scatto di dignità e di orgoglio, per confutare l’umiliante teoria in base alla quale la Calabria non è in grado di essere governata dai Calabresi”.