Si è concluso domenica 14 il Festival “La Valle delle Storie”: una settimana dedicata alla creatività, alla parola, alla scrittura, all’arte, alla musica. Tre giorni di laboratori centrati sulla manipolazione di materiali: carta, cartone, giornali e riviste, garze, sacchi di juta, colori, bottoni, fili colorati, lane e stoffe. Collage a strappo in sovrapposizione e successivo decollage; assemblaggi; dripping; colori in libertà per scatenare la fantasia. Una giornata dedicata alla narrazione in cui uomini e donne, grandi e piccoli hanno potuto incontrare scrittori e scrittrici e raccontare le loro storie. Due incontri con l’autore: Valerio De Nardo dei Lou Palanca e Assunta Morrone, autrice di numerosi libri per bambini, la Notte degli illustratori con la partecipazione dell’illustratrice cosentina Jole Savino. Una cerimonia di premiazione con reading, proiezione di video-poesie e un Concerto del Quintetto per flauti Aulos del Magna Graecia Flute Choir: giovanissime musiciste che hanno liberato nell’aria un’armonia di note. Una mostra di arte informale dell’artista Rocco Bruno “La poetica della materia”. La presentazione da parte della Casa dei matti di musiche inedite dedicate all’eruzione di Pompei. L’incontro con Mauro Lamanna, attore e regista che ha presentato il video integrale di Eman “Il mio vizio”.
Il Festival si è svolto nelle sale e nell’open space della biblioteca comunale, ma anche nei bar del paese e in pizzeria, perché la biblioteca non vuole perdere la sua connotazione errante. Quest’anno tutto è stato centrato sulla promozione dei più piccoli, dei giovanissimi: dai poeti in erba che, dopo la pubblicazione dei “Comincia l’avventura” (raccolta di haiku, limerick e filastrocche prodotte nel corso di un laboratorio di scrittura creativa), hanno visto la stampa di alcune loro produzioni su lastre di ceramica. “Quasi delle pinakes” – dice Patrizia Fulciniti “che non rappresentano un’offerta votiva alla divinità, ma si offriranno agli occhi dei visitatori per segnare ogni strada e ogni vicolo di parole e di emozioni, perché il sogno che condividiamo da anni, con Gianni Paone, è di trasformare Vallefiorita nel Paese della Poesia.“ Gianni Paone, Presidente dell’Associazione Terra di Mezzo precisa che “l’istallazione delle ceramiche verrà realizzata nel mese di settembre e si comincerà dai muri perimetrali della biblioteca per poi spostarsi nei vicoli vicini con le poesie dei vincitori delle varie edizioni di Versi d’Agosto.”
Quest’anno il Concorso, giunto alla sua sesta edizione, è stato vinto per la sezione video-poesia da Gennaro Carraro autore di L’ultima stanza; per la sezione libro edito da Verdiana Maggiorelli con il libro Innumerevole fermento; per la sezione poesia da Maria Antonietta D’Onofrio autrice della silloge Tu che mi dovevi amare, una raccolta di poesie che denuncia, con lirismo e rara potenza espressiva, la violenza alle donne. Segnalazioni speciali sono andate a Cristian Nonnis per il libro Divina Figlia, dialogo tra un padre e una figlia che non ha voce, in cui una grave disabilità diviene un’occasione di scoperta del sé e dell’altro; a Doina Strulea poetessa moldava per la video-poesia Bătrînii (I vecchi); ad Alessandro Vonella per la video-poesia Ballata in tre tempi della mancata metamorfosi testo di Simone Rizzi e Alessandro Vonella, colonna sonora, regia e montaggio di Lorenzo Calzaretti, voce recitante Anna Vanzetti.
Ospite d’onore è stato Luigi Bianco, che ha incantato i presenti con la lettura di due sue poesie, e ha premiato la vincitrice assoluta della sezione Poesia Maria Antonietta D’Onofrio. A Luigi l’Associazione Terra di Mezzo ha voluto consegnare una targa per ringraziare il poeta, performer, “medicante” residente a Squillace, dell’attività svolta per decenni sul territorio calabrese. Gli organizzatori hanno dichiarato che “Luigi è un intellettuale che ha orrore dell’indifferenza, un poeta che ama la provocazione, che gioca con le parole e il loro suono, uno scrittore di grandi capacità critiche e analitiche; un uomo che, nonostante la salute precaria, riesce ad essere una miniera di energie e una fonte inesauribile di stimoli per chi lo ascolta. A Squillace vive in quella che grazie a lui e alla collaborazione del ceramista Giuseppe Cerullo, è diventata la “casa della poesia”, meta turistica, come il Castello e il Duomo. Noi abbiamo voluto riconoscere pubblicamente il suo valore di intellettuale e poeta, visto che in tutti questi anni nessuna amministrazione lo aveva fatto. Abbiamo voluto ringraziarlo perché ci ha insegnato che un poeta non può mai uscire sconfitto. Ecco perché noi vogliamo insegnare ai bambini la poesia.”