Con la vicenda Casa di riposo di Chiaravalle l’uomo ha evidenziato la sua pochezza


Se neanche la morte muove le coscienze e le “carte”, è certificata l’aridità di un mondo che i nostri figli faranno fatica a vivere. L’intervento di Anna Mancuso – delegata per la stesura del programma Lega Salvini Calabria ed esperta in materia sanitaria -, di Sergio Garieri – Consigliere comunale di Chiaravalle Centrale per lo stesso partito, e di Antonio Chiefalo -già candidato alle recenti elezioni regionali sempre per il Carroccio-.

Chiaravalle Centrale epicentro di una tragedia che ha stentato ad arrivare a soluzione. COVID-19 ha colpito anche qui ma per fortuna nulla in confronto (e speriamo così permanga) ai teatri di guerra ancora aperti al Nord Italia. Eppure questo è un dolore assoluto, un disvalore non graduabile che deve imporre un grido ed un moto di reazione per le vite da salvare e per una regione da riformare.

Con la vicenda Casa di riposo “Domus Aurea” l’uomo ha evidenziato la sua pochezza ed ha faticato troppo per piegare le proprie scelte ad una vera gestione dell’emergenza. Ancora una volta siamo stati spettatori di incapacità amministrativa e di politica canaglia che abbranca tutto senza dare un valore alle cose, senza capire che in certi momenti occorre semplicemente essere uniti verso un unico scopo, comunque, a prescindere, e con grande umiltà nell’ammettere i propri limiti, facendo un passo indietro quando ci si rende conto che la materia non appartiene e che l’intervenire senza esperienza alcuna potrebbe compromettere molte vite.

La Calabria eredita un sistema colabrodo al quale la nostra governatrice dovrà porre rimedio. Nel caso Chiaravalle la sovrapposizione di due distinte problematiche, ossia l’isolamento dei poveri contagiati e il necessario rilascio della struttura disvelatasi non più adatta alla permanenza degli ospiti, ha messo repentinamente in crisi un sistema che dunque si scopre ancora bisognoso di munirsi di capacità di risposta rapida ed incisiva.

Un vuoto organizzativo. Una componente amministrativa regionale -oltre che ad uno scollamento politico trasversale- che avrebbe dovuto suggerire e mettere in piedi una adeguata macchina di contrasto all’emergenza attesa da settimane. Un lasso temporale, tra Codogno e Chiaravalle, che doveva prescrivere “presenza” a sé stesse da parte delle strutture imponendo loro decisioni, sintesi, reazione e approntando quanto possibile per fronteggiare l’onda anomala che si sapeva si sarebbe infranta a queste latitudini così da scongiurare la sottovalutazione nella quale è viceversa scivolato il Governo Conte.

Purtroppo, nei giorni scorsi, Chiaravalle Centrale ci ha invece restituito l’incapacità delle logiche di (cattiva) gestione ereditate da anni e che andranno rapidamente rimosse per lasciare spazio alla snellezza, alla prontezza alla preparazione. I media, suggerendo dimissioni eccellenti, aiutano a liberare caselle ed ora si attende il guizzo, si attende la risposta alla domanda di buona amministrazione. Attendiamo meritocrazia e competenza. Un terreno, quello organizzativo, nel quale la governatrice Santelli, a cui va dato atto di essersi calata sola ed in prima persona in una situazione pesantissima quanto improvvisa, dovrà lavorare per intercettare le migliori scelte.

Chiaravalle sia un paradigma. Chiaravalle incrocia Sanità e Protezione civile e la Lega non può non manifestare le sue esigenze di miglioramento tenuto conto che l’azione politica e amministrativa promessa -sottesa alle recenti elezioni regionali- si fonda su un programma che diffusivamente si occupa di tutti gli àmbiti di intervento e, specificamente, di materia sanitaria, Un impegno politico elaborato dalla dottoressa Anna Mancuso che, con il suo staff di professionisti calabri e lombardi, esprime tutto il desiderio e l’onere di una azione che sia davvero rispondente alle esigenze della nostra regione.

Non chiediamo di clonare Bertolaso per il dramma che tutti viviamo in queste settimane, concludono Mancuso, Garieri e Chiefalo, né oggi la Calabria può essere accostata alla Lombardia quanto alle capacità industriali ed economiche che possiede. Tuttavia la nostra regione deve con urgenza reingegnerizzare i propri processi decisionali e lavorativi abbandonando definitivamente l’improvvisazione dei troppi “incaricati” senza arte né parte -addirittura nel campo delle emergenze- nonché delle ridicole concentrazioni di competenze che hanno visto assegnate ad una unica figura numeri enormi di funzioni eterogenee finite per essere dismpegnate male o affatto. Un nuovo “pensare” della macchina amministrativa regionale che davvero si renda capace di fronteggiare le situazioni. Merito e capacità. Affidare la burocrazia regionale alle persone più meritevoli, anche questo è cambiamento…

La nostra regione ha diritto ad avere le competenze che occorrono, ha diritto ad avere risposte degne. Basta “sistemare carte” per adempiere ad un mero obbligo. Basta rispondere con burocrazia senza sapienza. Consegniamo alla nostra governatrice Santelli la richiesta di interventi energici e la spinta verso il coraggio, che non le mancherà, di circondarsi di vera conoscenza ricacciando impostori, incapaci e voraci addentatori di incarichi forti solo di entrature di partito ma poveri di coscienza e di preparazione. Dinanzi alla morte e al dolore generato e non fronteggiato si perde tutti.