La Regione commissaria trenta Comuni calabresi per abusi edilizi; tra questi, Soverato. Mentre apprezziamo l’energia di Occhiuto, che non fa chiacchiere ma fatti, riflettiamo su questa nuova tegola che ci cade addosso. Ovvero, prima o poi i nodi dovevano venire al pettine.
I vecchietti come me ricordano la sessantennale favola indegna del Piano Regolatore, sbandierato a ogni campagna elettorale, e dopo anni e annorum disegnato da qualche parte, ma solo quando non c’era più niente da regolare, e il danno era già secco.
Mi riferisco a tutte le Amministrazioni, nessuna esclusa. Entro mezzora riceverò obiezioni da qualche amico che, mandandomi estremi di severissime delibere, accamperà motivi per tirarsi fuori e proclamare che la colpa è solo degli altri: non è così! La colpa è di tutti.
Colpa politica gravissima fu della demagogia democristiana seguita dalla demagogia comunista, che hanno disseminato il territorio di brutti scatoloni senza intorno spazi pubblici e servizi e senza manco un bar per il caffè. Due terzi del tessuto urbano ridotti a dormitori.
Scatoloni di “appartamenti pemmu li fittamu a li bagnanti”, o, in alternativa per far dormire, e solo dormire, gente eterogenea e che, con rare eccezioni, non partecipa della socialità; e figuratevi della politica.
E non scordiamo il piccolo ma diffusissimo abusivismo di attici e superattici e sopraelevazioni varie.
Colpe politiche. Se ce ne sono altre, e spero di no, chi di ragione se la veda con la magistratura e con il confessore. Colpa politica è stata l’assenza di ogni idea di urbanistica. In 7,5 kmq di territorio, di cui metà e oltre agricoli, Soverato ha voluto ammucchiare la qualunque: case, uffici, ospedale, scuole, lidi, bar, caserme, supermercati…
Di tutto, tranne gli alberghi, anzi molti diventarono al volo appartamenti. Vedi “appartamenti pemmu li fittamu a li bagnanti”.
Furono dunque errori gravissimi dei nostri padri e nonni; oppure, come ho sospetto, mani adunche di gente più potente di loro, e che agiva attraverso i partiti e altre più nascoste aggregazioni.
Teniamoci dunque la figuraccia (ne ha parlato anche il TG1), e aspettiamo il commissario.
Ulderico Nisticò