La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.230 del Decreto interministeriale sulle disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate” è un’ottima chance anche per i suinicoltori calabresi che possono adesso vedere premiato e valorizzato il loro lavoro. Lo afferma Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria.
“E’ uno storico via libera, e questo per adesso, è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa e consente ai cittadini/consumatori, di avere l’etichetta con l’indicazione di provenienza sui salumi, per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana.
Questa, – continua Aceto -è una grande opportunità per i nostri suinicoltori e la nostra economia vista la straordinaria valenza storico-culturale e ambientale – economica della filiera suinicola Calabria. Dobbiamo – continua – proseguire a portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy di cui quello calabrese è un pezzo significativo. In questi anni abbiamo potuto vedere tarocchi” che richiamavano esplicitamente la Calabria come ad esempio, soppressata e salame calabrese. In un momento difficile per l’economia – prosegue -dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale.
Il decreto nazionale interministeriale introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, garantisce trasparenza ai cittadini-consumatori che portano in tavola salumi, e sostiene gli allevamenti di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale, per salvare il prestigioso e tradizionale settore della norcineria calabrese.
Nella nostra regione, ci sono oltre 5mila allevamenti compresi quelli familiari con circa 52mila capi di suini e al netto dei quattro salumi DOP calabresi (capocollo, pancetta, salsiccia e soppressata) che già rispondono a precisi disciplinari sulla provenienza delle carni, Coldiretti stima che il comparto della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, è di oltre 400 milioni di €uro. Dopo che in questi anni c’è stata una diminuzione dei capi, i comparto può riprendere fiato!