È nato, annunziano i social, il 666mo gruppo meridionalista, dettosi Fronte. Esso, come tutti gli altri 665, è sinceramente convinto di essere non dico il più importante, ma l’unico, e invece ce ne sono altri 665; con il Fronte, 666; tra qualche mese, 667, perché tra poco il Fronte subirà una scissione.
I 666/7 gruppi meridionalisti contano, a stento, 333 iscritti, non ciascuno, ma messi tutti assieme. Gridano e scrivono come fossero milioni, ma sono due gatti. Lo dimostra l’assenza totale di ogni gruppo meridionalista dalle imminenti europee: non una lista, non un candidato… E già, se mai avessero pensato a una lista… ne avrebbero dovuto presentare 665, giacché la primissima caratteristica di ognuno degli oggi 666 è di essere in feroce conflitto con il gruppo vicino; e, all’interno di ogni gruppo, il vicepresidente congiura… contro il “nemico”, pensate voi… ma no, contro il presidente per fargli le scarpe. E se il gruppo X viene a sapere che il gruppo Y tiene un convegno, subito ne indice uno lui nello stesso giorno e orario.
Nota: mentre i gruppuscoli meridionalisti sono 666 in continuo conflitto tra loro e dentro ogni gruppuscolo, la Lega è una sola [piccolissimi tentativi morirono sul nascere], e, con fasi alterne, è al governo nazionale dal 1994; e governa città e regioni che sono tra le più importanti e vivaci del mondo intero. I meridionalisti non hanno manco un consigliere comunale a Fontanasecca Inferiore Marina.
Eppure, un movimento meridionalista serio ci vorrebbe davvero. Tornando alle elezioni, non solo non c’è una lista meridionalista, ma quasi quasi è assente il tema del Meridione anche da qualsiasi cenno dei programmi dei partiti; tanto, i voti li pigliano lo stesso.
Perché non c’è un movimento meridionalista serio? Le cause sono, come accennavo prima, antropologiche, giacché il meridionale è nevroticamente individualista e incapace di fare comunità; e queste altre:
- una palese ignoranza – nel senso letterale – della storia europea, italiana e meridionale dal 1734 al 1861: anche prima e dopo, ma fermiamoci al 1734, data che per quasi tutti i meridionaldomenicali non significa niente: studiate; e pensano che le Due Sicilie c’erano ai tempi di Stesicoro, se mai sapessero chi fu;
- una buffa insalata di reminiscenze scolastiche tipo Magna Grecia (Pitagora e basta, e solo per le tabelline), nostalgie dei Borbone (ma non saprebbero elencare in ordine i cinque re), e spruzzate di socialdemocrazia da lezioncina di educazione civica, per di più attribuita ai mitici briganti spacciati per democratici e peggio che non nomino…
- orgia della più radicata mania meridionale, quella di trovare di qualsiasi cosa un qualsiasi colpevole, purché sia un altro: fino a qualche anno fa, la colpa di tutto era degli Spagnoli o dei suddetti Borbone, oggi è di Garibaldi, domani sarà dei Marziani… di qualsiasi altro, a condizione che sia un altro. Hai voglia di far capire che, per esempio, la colpa di Calatafimi fu di un vecchio imbecille come Landi e del mite e pio re che lo teneva in servizio invece che in casa di riposo, o fargli fare, subito dopo la fuga, la fine di Ramorino 1849: studiate. Sempre ammesso sappiano che successe a Calatafimi, del che molto dubito! Lo stesso per Lanza e Ghio e altri rubastipendio in divisa…
- quanto ai moti ideali dell’Ottocento e del Romanticismo, non li hanno mai sentiti nominare: e figuratevi Fichte e la battaglia di Lipsia; lo stesso per le operazioni politiche e militari di Crimea, Seconda indipendenza, annessioni e cessioni: per loro, la storia del Pianeta iniziò a Marsala;
- idem per l’invenzione di ricchezze e glorie che mai furono, tipo “mio nonno era barone”; e sogni di glorie e ricchezze che mai saranno, e che, secondo i 666 gruppuscoli, spettano al Meridione gratis e senza la benché minima prestazione d’opera e impegno lavorativo;
- tendenza al piagnisteo; e, come è noto in psicologia, il vittimismo è l’altra faccia del titanismo, cioè due espedienti per darsi importanza quando non la sia ha;
- totale sconoscenza della realtà attuale del Sud, dei dati statistici, delle potenzialità economiche… quindi vuoto di proposte concrete e realizzabili in tempi credibili;
- varie ed eventuali.
Eppure ci vorrebbe davvero un movimento meridionalista. Come fare a crearlo? Beh, la ricetta è semplicissima: tenere una riunione presieduta da me, e in cui ogni intervenuto disponga di dieci minuti nel senso di seicento secondi precisi, dopo di che gli tolgo fisicamente il microfono; e ognuno sia obbligato a parlare in fluente italiano e non a sbraitare in dialettaccio con la scusa dell’identità. Bastano queste regolucce, e il 90% si autoesclude. Ragazzi, chi ha degli argomenti, dieci minuti sono sufficienti e d’avanzo; chi non ha niente da dire, sproloquia due ore, e giù applausi.
Tranquilli, non si terrà mai una riunione del genere. E tanti auguri al gruppo 666… prossimo 667. Alle europee, ognuno voti per chi gli pare, ma non certo per una lista meridionale, che non esiste.
Ulderico Nisticò