Premessa: le banche, in punta di diritto, sono entità private, e stanno o non stanno in un posto secondo convenga o meno, ed è inutile piangerci sopra. Se l’unica banca di Chiaravalle chiude, non è per far dispetto a qualcuno, ma perché non trova conveniente restare aperta. E ciò vale per questa banca ancora, per molto poco presente, e per qualsiasi altra, visto che nessun’altra si offre a prenderne il posto.
E qui lo dico con dispiacere, per il mio lunghissimo rapporto con Chiaravalle, tra cui la mia scelta di lavorare al Liceo; e infinite altre cose donate alla città… tra cui proprio il titolo di città, una vicenda su cui sorvolo per carità umana. Credo di aver fatto moltissimo per Chiaravalle, e gratis, anzi senza nemmeno un grazie. E ometto i fatti dell’estate scorsa!
Lo dico dunque con dispiacere ma il problema non è una banca di Chiaravalle, è proprio Chiaravalle il problema. E qui ci vuole un poco di storia, per ricordare quando Chiaravalle era produttiva di agricoltura di grande qualità e di allevamento e di artigianato.
Poi accadde che Chiaravalle si riempì di quelli che, negli anni 1970 circa, si chiamavano “servizi”, e che in pratica erano assunzioni a valanghe, a decine di passacarte inutili; e ogni “assunto” era un contadino in meno, un pastore in meno, un artigiano in meno, un commerciante in meno. Intanto anche i servizi sono finiti, e con essi le assunzioni. Domanda: di che campa, Chiaravalle?
Ora non mi venite a dire che anche Soverato… lo so ben, ma non serve a niente spostare il problema; e stiamo parlando di Chiaravalle, non di Roccacannuccia di sotto.
La soluzione, se una c’è, è di tornare a produrre, ovviamente come nel 2023 e non come cent’anni fa; però, produrre, cioè lavorare, e non cercarsi l’arte leggera. Tanto, il “posto” non c’è, e non ci sarà più mai. Quando io, a scuola, lo spiegavo ai ragazzi e li sollecitavo a cercarsi fatica e non il postyo, parecchie mamme mi giudicavano male e continuavano ad illudere i figli che il parente politico li avrebbe “sistemati”. Purtroppo avevo straragione io e torto loro, le mamme.
Produrre, e vendere, ecco la soluzione. Cosa e come, sono fatti tecnici. E occorrono interventi di sostegno, però solo se di sostegno, e spesi fino all’ultimo centesimo per iniziative di lavoro e produzione.
Quando torneranno produzione e lavoro, vedrete che le banche faranno a gara per tornare a Chiaravalle a guadagnarci sopra. Altrimenti, non meravigliatevi se se ne vanno le banche; anche le banche.
Ulderico Nisticò