Protesta contro il governo nazionale per i tagli in Finanziaria: dal 1 gennaio tutti a casa?
I lavoratori Lsu ed Lpu del Comune di Chiaravalle Centrale da stamattina hanno occupato in assemblea permanente l’edificio del Palazzo di Città. Una protesta “contro il governo nazionale” che, di fatto, decurtando i fondi necessari in manovra, ha bloccato la proroga dei progetti per gli oltre 4.500 precari calabresi che da ben 25 anni tengono in piedi gli enti locali con la loro opera. Incrociando le braccia, i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità di Chiaravalle non svolgeranno i consueti uffici: contenzioso, tributi, ragioneria, trasporto alunni.
“Così non riusciamo più a garantire i servizi minimi essenziali indispensabili” ha scritto il sindaco, Mimmo Donato, rivolgendosi al prefetto di Catanzaro. Una missiva che spiega l’importanza di queste figure per il buon andamento della pubblica amministrazione, lì dove, molto spesso, le carenze di bilancio bloccano nuove assunzioni. Il malcontento era già esploso da diversi giorni e a nulla sono servite le rassicurazioni del ministro Barbara Lezzi che proprio ieri, in visita nella nostra regione, ha promesso interventi futuri di stabilizzazione.
“Dal governo abbiamo ricevuto solo messaggi vocali – è il rammarico degli Lsu ed Lpu di Chiaravalle. – Impegni presunti senza niente di scritto”. Critiche molto dure anche nei confronti della deputazione 5 Stelle calabrese, praticamente assente sul tema. Lo scenario che si profila all’orizzonte è che, dal prossimo 1 gennaio, se ne dovranno andare tutti a casa, senza più uno stipendio. Una situazione particolarmente pesante per molte famiglie monoreddito. “Dov’è la politica? Dove sono i nostri parlamentari eletti?” sono le domande cariche di sdegno lanciate dalla sede municipale delle Preserre. Stato di agitazione anche nella vicina Argusto, con una mobilitazione analoga a quella di Chiaravalle. Senza risposte risolutive, i precari sono pronti a nuove e più eclatanti dimostrazioni di protesta, direttamente a Roma.