Che successe poi, a Morandi!


 I responsabili di Autostrade per l’Italia (ASPI) hanno commesso tanti di quei [presunti] reati da fare più galera del conte di Montecristo e Jean Valjean messi assieme. Spero ci vadano, anche se nutro i miei dubbi, all’italica maniera.

 I reati si riassumono nel fatto che ASPI sapeva del pericolo di crollo del ponte Morandi di Genova, e non ha fatto nulla di nulla per riparare; anzi ha lasciato il ponte com’era, finché non sono stati contati i morti a decine. Secondo me, siamo all’omicidio quasi preterintenzionale.

 Vedete cosa si fa, per soldi? Boh, aspetto di sapere che fine farà l’iter giudiziario.

 Ma dov’era il pericolo? Secondo quanto dichiarato da uno che c’era, tutti sapevano che il mitico ponte aveva “difetti di progettazione”.

 Il ponte è stato progettato da Pinocchio e Lucignolo? Ma no, da Riccardo Morandi. Vediamo chi era. Era un ingegnere che, laureatosi nel 1927, si rese celebre per i ponti di calcestruzzo, iniziando il suo lavoro proprio in Calabria: e già, i nostri ponti della 106, tipo quello dell’Ancinale, che, come vedete, non crolla manco se lo bombardano. Beh, non lo sappiamo, perché l’unico che ci provò, un sommergibile inglese, venne a sua volta bombardato dai cannoni italiani della Panoramica. Che mira! A parte questo episodio, il ponte, costruito da Sacripante Spera, non corse e non corre mai alcun pericolo. Ebbene, in quel tipo di ponti c’era anche la mano di Riccardo Morandi. Che bravo, negli anni 1930!

 Come mai, negli anni 1960, lo stesso identico Morandi sbagliò i progetti? E mica solo a Genova, se il ponte di Catanzaro pare abbia gli stessi guai, e comunque è sotto stretta osservazione.

 Sbagliò Morandi, o qualcuno ci mise lo zampino per risparmiare soldi?

 Io farei un’indagine anche su questo.

Ulderico Nisticò