Il governo Gentiloni non è esattamente la fotocopia del governo Renzi; e se c’è stato un mutamento di ministro degli Interni, ci dev’essere una motivazione. Marco Minniti, appena insediato, ha espresso, con palesi e pubbliche dichiarazioni sulla cosiddetta immigrazione, una linea del tutto diversa, direi opposta, a quella del governo Renzi, e del suo predecessore nel Dicastero, Alfano. Afferma Minniti che praticherà una politica di espulsione degli irregolari; e che il problema va affrontato in Africa, cioè, tradotto in concreto, impedendo le partenze. Perciò Minniti va in Libia e altri luoghi, a trattare…
Minniti? Ma il ministro degli Esteri non è Alfano? E invece, al posto di Alfano, fa politica estera Minniti. Mi pare ampia e chiara prova che la linea di Alfano è stata superata, e tira un’aria nuova.
Evidentemente qualcuno ha preso atto che quanto finora praticato è sbagliato e pericoloso per tutti, “migranti” inclusi, per le seguenti ragioni:
- La stragrande maggioranza degli stranieri è irregolare e senza alcun diritto all’asilo politico: Amri veniva da una Tunisia dove non c’è una guerra da un paio di millenni.
- Ci sono bisogni economici che possono indurre a emigrare: ma è banale che l’Europa, e tanto meno l’Italia, non possono accogliere centinaia di milioni di più o meno reali o fittizi bisognosi.
- Gli stranieri non “sbarcano” ma li andiamo a prendere, spesso a poche miglia dalla Libia. L’Italia ha criminalmente accettato Dublino, che la obbliga a ricevere gli stranieri.
- Tutti vediamo che almeno l’80% degli stranieri sono giovani e ben messi, con rare donne, e rarissimi ammalati o denutriti. Privi di senso dell’umorismo, i giornalisti annunziano “bambini” e si vedono solo uomini; o “minori”, e giù risate.
- Nel 2016 il numero degli stranieri è aumentato rispetto agli anni precedenti.
- C’è troppa gente che campa sopra i “migranti”, e se alcuni benefattori sono in buona fede, molti non lo sono affatto, come provano non chiacchiere da salotto ma inchieste giudiziarie.
- Gli stranieri non trovano quasi mai nulla da fare in Italia, dove non c’è lavoro per gli Italiani; trascorrono le giornate nell’ozio, che è una miscela esplosiva di tensioni; donde le rivolte.
- Con molto, moltissimo meno di 35 € al giorno, consentiremmo all’Africa di vivere in Africa.
- L’Europa se ne frega dell’Italia e non rispetta i patti; sarebbe ora che l’Italia facesse altrettanto.
- L’ideologia immigrazionista, fino a qualche tempo fa vincente su giornali, tv e temi in classe portati già fatti da casa, è ormai sconfitta dall’evidenza della verità dei fatti, e il linguaggio, dopo Parigi e Nizza e Berlino, è cambiato.
- L’Occidente, privo di ogni identità religiosa e culturale (“generazione Bataclan”), è incapace di assimilare gli stranieri come ha fatto felicemente per secoli; e quelli restano stranieri per generazioni, esposti alle tentazioni dell’odio. Assimilare, non integrare: badate bene. Tutti siamo in parte discendenti di stranieri assimilati, basta guardarci in faccia.
- È infine palese l’inefficienza di polizie e servizi segreti di Belgio, Francia, Germania eccetera; non è così in Italia, tutt’altro, ma il diavolo solo sa perché.
Tutte queste, e altre ragioni, hanno evidentemente indotto a cambiare anche ufficialmente la politica italiana. Ora spero che a Minniti non succeda un incidente parlamentare o peggio, o non arrivi un avviso di garanzia perché il bisnonno parcheggiò il cavallo in divieto di sosta; e giù Grillo a chiedere le dimissioni. Non so se mi sono spiegato.
Ulderico Nisticò