Catturato in Slovenia boss calabrese latitante da mesi


È durata pochi mesi la latitanza di Salvatore Roberto Perricciolo, 44 anni, calabrese, e ultimo esponente di un sodalizio criminale di 16 persone, tutte condannate in via definitiva con la conferma in Cassazione della condanna della Corte d’Appello di Perugia dell’ottobre 2022.

L’uomo latitante alla vigilia della sentenza di condanna emessa dalla Corte di Cassazione il 13 febbraio di quest’anno, è stato arrestato ieri sera a Capodistria, in Slovenia. Condannato a 21 anni di reclusione, con una pena residua di circa 15 anni.

L’arresto è stato eseguito al culmine di una capillare e complessa attività investigativa e l’operazione ha avuto carattere internazionale e ha interessato diversi Paesi europei.

Perricciolo era residente da anni nel fermano, condannato in via definitiva per diversi reati, è stato riconosciuto al vertice di un’associazione per delinquere dedita all’acquisto, al trasporto e alla successiva rivendita di svariati chili di cocaina nelle province di Macerata, Ancona e Fermo.

In tale contesto si è reso inoltre responsabile di ulteriori reati contro il patrimonio, rapine, in particolare ai danni di spacciatori; truffe, appropriazioni indebite, falsi documentali per acquisire illegalmente autovetture da commercializzare, estorsioni, sia ai danni degli acquirenti di droga inadempienti che verso terzi, detenzione illecita di armi e munizioni, fino al sequestro di persona, lesioni e violenza privata.

In un altro procedimento, pendente presso la Corte di Appello di Perugia, in ordine alla sola rideterminazione della pena, è stato ritenuto responsabile di reati di natura mafiosa.

L’arresto di Perricciolo, effettuato in territorio sloveno da personale della polizia criminale slovena in coordinamento con personale del R.O.S. di Ancona, è avvenuto nella serata di ieri ed è stato possibile grazie ad una intensa attività tecnica di acquisizione di numerosi tabulati telefonici, intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che pedinamenti.

Fondamentali per l’individuazione del latitante sono state le intercettazioni telefoniche, partite fin dal marzo di quest’anno. A luglio erano stati confiscati beni a lui riconducibili per un valore di oltre 120mila euro.