Tutto è partito dalla denuncia del furto di un’auto avvenuto nella serata di sabato. Successivamente è seguita una richiesta di denaro da parte dei 3 indagati i quali, dopo una prolungata contrattazione, hanno imposto la somma di 300 euro alla vittima del furto per riavere la macchina indietro.
Nella tarda serata di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Catanzaro, al termine di una serrata attività d’indagine avviata a partire dalla mattinata di domenica, hanno arrestato in flagranza di reato, B.F., e sottoposto a fermo di indiziato di delitto altri 2 soggetti di etnia rom, V.M. e V.F., per estorsione in concorso, resisi responsabili di estorsione messa in atto attraverso il metodo del cosiddetto “cavallo di ritorno”.
Le immediate ricerche dei carabinieri hanno infatti consentito di identificare i tre, intercettarli e sottoporli a perquisizione, all’interno e nelle immediate vicinanze di un campo nomadi del quartiere di Santa Maria di Catanzaro. In particolare, uno di loro è stato trovato ancora in possesso di 2 delle 6 banconote da 50 euro illecitamente ottenute quale provento del delitto e come contropartita della restituzione dell’auto.
Nell’occasione, una parte della somma spesa dalla persona offesa (e recuperata dai militari) e l’autovettura, che era stata nascosta in un comune confinante con il capoluogo, sono state restituite al legittimo proprietario mentre i 3 rom, indagati per estorsione in concorso, sono stati associati alla casa circondariale di Catanzaro-Siano, a disposizione dell’autorità giudiziaria.