La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, ne tutela, duqnue, il paesaggio e quel patrimonio storico-artistico della Nazione, tutti insieme per concorrere in un obiettivo di tipo sociale mai distante da quello “culturale”.
Il Presidente Nisticò ribadisce la necessità di un provvedimento “urgente” e di amministrazione trasparente, su logiche per la messa in atto e recupero di centri di aggregazione e inclusione sociale, dando incarico alle numerose associazioni del posto, almeno nel distribuirsi, così, lungo i Quartieri e angoli bui del centro città, che versano, ambedue, in condizioni di immeritevole “solitudine” e di scarso recupero. Restano molteplici e svariati gli appelli nel corso degli anni, poiché tutto si protrae in un rilento ed alquanto immobile destino, senza quel fare sulle decantate elargizioni politiche, che seppur di conforto nulla hanno a che vedere con quella essenziale riqualificazione di un territorio così vasto come il capoluogo di regione.
Possano i mezzi di diffusione e tutti i media che si coinvolgono a sostegno di ciò, amplificare una piaga così dolorosa, che contrasta il benessere parziale di alcuni, sottovalutando, purtroppo, talenti catanzaresi che potrebbero essere alla ribalta di spettacoli televisivi nazionali e prendere così parte al palinsesto pubblico senza pregiudizi o differenze di genere a volte subìte. Si aprano i locali a disposizione, si cerchino le strade migliori per avviarne percorsi e laboratorio:
” L’articolo 9 e l’articolo 33 sono considerati insieme e l’uno conseguente l’altro, in quanto figli della Costituzione e dei valori fondamentali che questa sancisce: Sviluppo della persona e della collettività, dignità umana e uguaglianza educativa sono tra questi; e i due articoli in questione sono fondamentali per lo sviluppo di una cultura libera. Il dirigismo degli enti pubblici o l’iniziativa di politiche culturali che non hanno come obiettivo il promuovere lo sviluppo della conoscenza sono azioni che possono colpire la libertà della cultura.
La cultura è libera solo se è promossa e supportata dallo Stato e se viene tutelata da influssi negativi come il mercato, una comunicazione errata e una sua forzata strumentazione a fini politici. Su questi sani principi dei nostri padri costituenti, il Presidente Nisticò mantiene saldo il fulcro della condivisione e sollecitazione sugli gli Assessorati di Turismo e Cultura adìti con fiducia, affinché operino aprendosi alla frequente apertura di bandi culturali e volti alla “pratica” di un fare “comune” e prettamente catanzarese nonché identitario.
Le svariate tematiche e idee giovanili potrebbero essere avvincenti e utile oggetto di discussione, ecco perché nel frattempo si richiede accesso diretto verso gli uffizi e l’attuale Ministro Sangiuliano, da poco insediatosi, almeno per accellerare i processi burocratici e dare priorità alla Città capoluogo, che dopo un triste letargo ventennale, tenterà la debita risalita verso un podio, postumo di assenze fin troppo mortificanti per la popolazione.
Il voler accedere agli atti, fare domanda per partecipare, per poi far sì che l’ obiettivo di prestarsi con successo attraverso le arti, sia “illuminante” anche per gli stessi responsabili assessorili, che diano vantaggio alla loro ricerca sul territorio nel censire nomi, cose e persone che potrebbero evitare di “partire”.