“La ricomposta meraviglia”, la meraviglia della parola, della libertà, della poesia. Perché Giusi Verbaro era tutto questo e tanto altro ancora. A lei è stato dedicato l’incontro previsto dall’edizione 2015 di Armonie d’Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, tenutosi nella sala gremita di Palazzo De’ Nobili a Catanzaro, in collaborazione con l’associazione Amici della Musica. “La ricomposta meraviglia. Omaggio al poeta Giusi Verbaro” è stato un incontro sobrio, un momento di ricordo fatto di racconti, poesie, testimonianze della meravigliosa vita della poetessa catanzarese.
«La Fondazione Armonie d’Arte – ha dichiarato il direttore artistico Chiara Giordano – intende ricordare la figura di Giusi Verbaro attraverso azioni concrete che mantengano viva la memoria dell’opera della poetessa portando avanti, ancora una volta, quei percorsi di senso che hanno caratterizzato le scelte artistiche fatte dalla Fondazione nel sentimento di riconoscenza per le grandi anime che hanno contribuito all’idea alta di umanesimo e di umanità».
La serata inizia, non a caso, sulle note di un valzer, eseguito dallo stesso direttore artistico al pianoforte, chiamato ad avvicinare il pubblico ad un personaggio semplice ma visionario che ha fatto della poesia la sua vita, perché la poesia era la sua vita. Parlare di Giusi Verbaro, secondo il giornalista e curatore del blog Poesia del Corriere della Sera, vuol dire parlare di un’anima, di «un intellettuale che si è spesa in molte direzioni per donare alla cultura italiana un’ipotesi di eccellenza». Giusi Verbaro era convinta che la poesia potesse essere uno strumento di liberazione del popolo calabrese, soggiogati al potere. La sua poesia nasce dalla capacità di donarsi agli altri, è una poesia che nasce dall’amore e per questo è una poesia eterna. La serata intervallata da testimonianze dirette di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerla e dalle letture dell’attrice Anna Macrì tratte da alcune poesie della Verbaro è stato il racconto della vita di una protagonista indiscussa della storia della letteratura, un viaggio nel suo laboratorio letterario, nel conflitto perenne tra la vita e la parola, lo scrivere ed il vivere.
«Mi piace pensare – ha dichiarato l’assessore comunale al Turismo e alla Cultura Daniela Carrozza – a Giusi Verbaro come ad un angelo capace di ispirare le nuove generazioni e rimanere un grande patrimonio della nostra città». Non riconosciuto dalle testate giornalistiche né dai politici. Addirittura alcuni giornalisti hanno chiesto che gli venisse perché si annoiavano o “non sapevano cosa scrivere”.
Toccanti le testimonianze di Marisa Provenzano, referente Regionale del Salotto del Libro di Torino, oggi Cultura No Stop, e Rossella Morrone, docente all’Unical, che hanno raccontato il lato umano di Giusi Verbaro caratterizzato dalla sua malinconica allegria fatta di semplicità e genuinità, trasparenza e libertà. «Dobbiamo essere grati a Giusi Verbaro – ha commentato Marisa Provenzano – perché con la sua poesia ci ha dato lo strumento per salvare la nostra vita e soprattutto ci ha donato la bellezza immortale dei suoi versi». L’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’associazione Amici della Musica, si è concluso con il concerto del duo composto da Fabio Pepe al flauto ed Elina Cherchesova al pianoforte che hanno riproposto alcune Sonate di Bach, Donizetti, Debussy, Piazzolla e di Vincenzo Palermo, il compositore reduce da una collaborazione con Armonied’ArteFestival per il quale ha firmato la musica dello spettacolo inserito nel recente cartellone estivo “La terra degli ulivi parlanti”.
Il prossimo appuntamento di Armonied’ArteFestival è per domenica 19 ottobre con un’intera giornata al Parco Archeologico di Scolacium dedicata ai bambini e realizzata con il supporto dell’Unicef e in collaborazione con l’associazione Happyland. Attività ludico formative legate alle arti figurative, alla storia, alla scoperta del valore paesaggistico per consentire anche ai più piccoli di conoscere la propria terra e scoprire il concetto di bellezza.