Catanzaro: Feltri senza “filtri” il bullo è ancora “in onda”


Il “fugace” mattatore padano ben noto anche sui “social”, imperversa contro il sud screditando, persino, la figura di “donna” madre e lavoratrice durante un recente collegamento. Ecco il saltimbanco di affermazioni sulla protagonista Ilaria Salis che egli associa, per il suo aspetto, ad una “cameriera” di Catanzaro, usando, cosi’, effimero paragone contro la dignita’ della persona.

Lo stesso Feltri senza “filtri” divulga il suo negativo immaginario, quale chiara intenzione di delegittimare ogni tipo di somiglianza alla Citta’ di Catanzaro capoluogo di Regione. Questa breve cronostoria feltriniana, non turba, pero’, completamente il nostro mirabile tessuto sociale, fatto di brave persone e umano rispetto verso il prossimo, sinonimo di ospitalita’ “meridionalista” verso chiunque decida di conoscerci, trai lustri storici e contemporanei catanzaresi ovunque nel mondo.

Avverra’ quel logico quanto opportuno intervento delle autorita’ competenti, mosse dall’ indignazione degli organi istituzionali locali, che agiranno a tutela e contrasto di questo uso improprio dei mezzi di comunicazione nazionali, che propinano, consapevoli o meno, una violenza mediatica risultando corresponsabili di faziose “barbarie” intellettuali, poco edificanti e pregni solo di fantasiosa “malvagita’ “.

Feltri senza “filtri” cerca di intrattenere il suo pubblico rendendosi, forse, (s)oggetto politico con alle spalle la folta libreria, dunque, inesplorata, cosi’ caustico per la facile arroganza mediatica e piu’ volte amplificata in questi ultimi anni.

Al Feltri senza “filtri” poco interessera’ il responso legale in questione, magari e forse, suo malgrado, gia’ avvezzo alla quotidianita’ dei tribunali, o ancor di piu’, a nostro giudizio, poniamo il ragionevole dubbio su cosa possa mai indurre a fare il bullo, contro un popolo la cui “centralita’ ” anche contemporanea, avra’ mero successo, contrariamente a chi transfugo e’ passato dalla carta intestata a quella stampata per poi schiantarsi, come in questo “caso”, sulla carta “bianca”, questa si che resta la cosa piu’ bassa che si possa (non) solo immaginare.

Sebbene ognuno si senta libero di criticare Ilaria Salis, non puo’, di certo, distorcere o strumentalizzare i tratti e l’ umana appartenenza ad una categoria, quanto al profilo sociale di una comunita’ tutta italiana.

John Nistico