Cannabis di Stato


cannabis Quanto è misera e ingenuotta, la psicologia borghese e politicamente corretta! Essa crede che gli esseri umani siano pecore, le quali, se mangiano  sufficienza sono contente, e vanno a dormire. Lo stesso criterio, secondo questi materialisti, si applica alla droga: se uno si droga un poco, è soddisfatto, e grazie tante; se la canna la paga a buon mercato, è un sollucchero.

 E invece non è affatto così, tutt’altro. La psiche umana è facile all’assuefazione di qualsiasi cosa, anche del dolore; e figuratevi dell’edonismo, che è già noioso di suo, e fugace. Tutti i moralisti (gli studiosi di morale, non i bacchettoni a parole!) sanno che  il piacere è uno stato d’animo momentaneo, seguito da immediata depressione; e quindi dal bisogno di nuovo piacere; quindi nuova depressione, eccetera. Il padre dell’etologia animale e umana, Konrad  Lorenz, ha scritto che il mondo moderno patisce “l’ipersensibilità al dolore e l’iposensibilità al piacere”. Mi pare chiaro: quando la vita era più dura, ogni momento di riposo e di svago era capace di esaltare; oggi che i giovani sono “la generazione Bataclan”, cioè cercano il divertimento come regola e non come di-verto, distrazione, il divertimento non basta mai. Aggiungete che il mondo moderno non bada alla qualità, al “meglio”, ma alla quantità, “di più”.

 Riflettiamo poi sul vuoto esistenziale dei giovani, spaventosamente privi di ogni mito, sogno, ideale, fantasia… e i pochi ancora educati alla Fede, vengono sottoposti a una religione camomilla e devirilizzante e buonista, rigorosamente vuota di metafisica. Si fanno le canne e gli acidi eccetera, i giovani e non solo, perché, senza emozioni naturali, vanno alla cerca di emozioni artificiali.

 Perciò se noi passiamo anche gratis una canna agli aspiranti drogati:

  1. quelli, da aspiranti drogati, diventano drogati effettivi e permanenti;
  2. una canna ne tira due, e quattro, e otto, e sedici, in progressione geometrica;
  3. dalla cannetta poeticamente coltivata sul balcone (così propone la legge!) a droghe pesanti e pesantissime, è un piccolo passo.

 L’argomento antimafia è il solito degli antimafia segue cena, degli antimafia di mestiere di cui pullula il Sud; qualcuno persino in buona fede. Basta dire che una cosa qualsiasi è antimafia, e, secondo loro, tappano la bocca a tutti; e se uno obietta, spargono la voce che è un “boss” in incognito.

 E invece, per il punto 3 di cui sopra, gli spacciatori – mafiosi o altro che siano – si specializzeranno subito in veleni più forti e appetibili, e a prezzi più alti. I drogati continueranno a rimbecillirsi nel corpo e nell’anima; e gli spacciatori a fare sempre più soldi.

Ulderico Nisticò


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