Cari meridionaldomenicali, se io voglio celebrare la Calabria… a parte che l’ho fatto in molti libri eccetera… ecco alcuni esempi di cosa posso fare, ed essere creduto.
– Città della Magna Grecia e romane, con importantissime e ben tenute aree archeologiche e relativi musei: Reggio, Locri, Kaulonia, Scolacio, Crotone, Sibari, eccetera; per essere creduto, basta accompagnare qualcuno a visitare quei luoghi.
– Mi riesce meno facile raccontare i poeti (Stesicoro, Ibico, Alessi, Nosside… ), perché serve una formazione di letteratura generale e di greco in particolare; ma con un poco di pratica dell’insegnamento, che ho, magari mi faccio capire.
– Lungo lavoro è spiegare Cassiodoro, ma riuscirò a chiarire che non è un intellettuale prestato alla politica ma proprio il contrario, un politico poi rassegnatosi a fare l’intellettuale, però con successo;
– Il pensiero di Gioacchino da Fiore, come sanno bene tutti i medievisti, si diffuse in tutta Europa; come faccio a spiegarlo? Divina Commedia alle mani, con tutta la struttura triadica e tutta la simbologia, che trovo nel Liber Figurarum. Qualsiasi conoscitore di Dante mi crede senza che io mi debba affaticare. Eviterò però la pacchianata che “Dante lo nomina”, giacché l’Alighieri nomina molte e molte centinaia di persone… e almeno due terzi ne avrebbero volentieri fatto a meno: poeti e papi e imperatori inclusi!
– Anche di Barlaham e Leonzio posso parlare, i quali diffusero la curiosità per la lingua greca nei dotti europei, a cominciare da Petrarca e Boccaccio.
– Se capito a Milano, posso raccontare Cicco Simonetta, primo emigrato, però per governare la città. È lunga, e ve ne parlo un’altra volta.
– Con l’aiuto di un collega di matematica, posso esporre l’azione di Luigi Giglio nella riforma del calendario, oggi in vigore in tutto il mondo, e che, prima o poi, avrà attuazione completa con il secolo bisestile: non mi chiedete approfondimenti!
– Se incontro un serio gruppo di professori di filosofia, non avrò difficoltà a ricordare la rilevanza rivoluzionaria nella storia della filosofia europea e italiana del pensiero di Telesio, Campanella, Galluppi… Spero che lo sappiano, se no mi è facile spiegarlo.
– A degli italianisti, narrerò che l’Arcadia, fenomeno non solo letterario ma sociale europeo, ebbe inizio con il Gravina.
– In un congresso di sismologi, spiegherò che la Calabria, devastata da un terremoto apocalittico nel 1783, in dieci anni venne splendidamente ricostruita. Per farmi credere, li porto a Borgia, Filadelfia, Oppido, eccetera.
– Quanto alla politica e storia, e qui accenno solo, mi basta dissertare su Fabrizio Ruffo e i Sanfedisti e i briganti del 1806-12, da una parte; e dall’altra sui Pepe e altri…
Con tutti questi argomenti, ed espressi con date e luoghi e biografie e bibliografie, eccetera, io posso essere creduto, e non da una cena molto annaffiata, ma da scienziati, poeti, letterati, filosofi, storiografi… E ciò mi è accaduto molte volte.
Ma se uno va dicendo che Mongiana era la più grande acciaieria del mondo e poi se la rubarono; oppure che la Calabria subì un genocidio… eccetera… allora non ci credono storici e filosofi e scienziati, anzi nemmeno gli avvinazzati che battono le mani. E non ci credono né questi né quelli per il semplice fatto che non è vero.
Riassunto, cari meridionaldomenicali pinoaprilati: finitela di raccontare fandonie, e lasciatemi lavorare. A parte che Gioacchino non sapete manco chi fu.
Ulderico Nisticò