Calabria: il partito del no e del meglio


 Se Cristoforo Colombo fosse stato non genovese ma calabrese, state certi che non partiva mai, e restava fino alla vecchiaia a studiare le carte dell’Oceano alla ricerca del meglio, mentre un intellettualone calabrese depresso e cittadino onorario di qualsiasi buco avrebbe scritto un libro acquistato dal enti pubblici e non letto da nessuno.

 Dite voi, fantasie? Macché:

– Eccetera, purché sia NO.
– Trasversale delle Serre? NO se passa sotto casa mia!
– 106? NO, se non passa sotto casa mia!
– Ponte? NO, se Poseidone Enosigeo [cercatevelo] non ci assicura che mai avverrà un terremoto nei prossimi secoli.
– Parcheggi a pagamento? NO, o non vengono più i ragazzacci degli schiamazzi notturni.
– Pale eoliche in mare? NO, o succede…

…non ha importanza cosa e se succede qualcosa, è importante il NO.

 L’energia elettrica? E che ci vuole? Che la manda Greta!

 Discutere la proposta e magari ottenere pesanti “royalties” [soldi] per la Calabria? NO, pare brutto. Quello che conta è il NO!

 Gli argomenti sono fragili. Cominciamo con il panorama, che, secondo gli intellettuali mai usciti di casa sarebbe “incontaminato”, e invece è zeppo di costruzioni di ogni genere, in buona parte mezzo o tutte abusive; e di paesi che, a tenersi prudenti, risalgono al Decimo secolo, quando l’imperatore Niceforo II Foca ordinò “ascendant ad montes”. Ho scritto due saggi sull’argomento: leggeteli, anche se non sono lacrimosi.

 Ed è tutta opera umana, esattamente come le strade, il ponte, le pale eoliche…

…e di pale eoliche la Calabria è piena. Se siamo capaci o meno di guadagnarci sopra, è da vedere; se non siamo capaci, la colpa è nostra.

 Ora sapete come andrà a finire? Convegni, raccolta firme, piagnistei a fiumi, richiami alla Magna Grecia di cui il 98% non sa niente però ne parla il 99… e siccome la Calabria non conta niente, faranno le pale eoliche in mezzo al mare. Le tartarughe non deporranno le uova dalle nostre parti? Beh, il mondo è grande, e il mare è più grande ancora.

 Conclusione. Io sono sempre di più un modernista reazionario, quindi vorrei vedere una Calabria del XXI secolo, e reale, e non la Calabria immaginaria dei dieci, quindici sbarchi di Ulisse e altre fandonie, e delle pecorelle e degli uccellini. Sono quattro millenni che la Calabria resta indietro a forza di no e di ricerca del meglio sognante. Abbiamo invece bisogno di un velocissimo progresso tecnologico.

 Progresso, ragazzi, mica progressismo parolaio!

Ulderico Nisticò