Le immagini della Presidente Santelli che balla la tarantella sono ormai un cult, tanto da essere finite sui principali tg ed essere divenute oggetto di sberleffo da parte di “Striscia la Notizia”. Inutile dire che ieri, nel vedere quelle immagini e nel sentire il relativo ed ironico commento di Ficarra e Picone, avrei voluto sotterrarmi dalla vergogna. Vergogna che probabilmente non prova né la diretta interessata né tutti coloro che le stanno attorno o che compongono il Consiglio Regionale.
Inutile dire che puntuali sono arrivati i messaggi di conoscenti ed amici da fuori Regione che proprio non si capacitano di come possa essere possibile tutto ciò e pensare che quando sono nella mia sede di studio Universitaria in Veneto, punto sempre a difendere la Calabria, a parlarne bene a suscitare curiosità nel venirla a visitare in chi non ci è mai stato. Poi, vedi queste tristi immagini e pensi: ma come la gente potrebbe venire in una Regione guidata da questi soggetti? Perché mai un veneto, un lombardo dovrebbero venire in Calabria dove in spregio a tutte le norme regionali e nazionali per il contenimento dell’epidemia, il Presidente balla la tarantella per festeggiare un risultato elettorale?
Vede cara (per modo di dire) Jole, perseverando in questi atteggiamenti e comportamenti a poco servono i bonus, gli spot e le comparsate costellate tra l’altro da figuracce in Nazionale per invogliare i turisti a venire in Calabria. Sa perchè? Perché il turismo prima di spot e menate varie ha bisogno di strutture che da noi sono cronicamente assenti ma anche e soprattutto di reputazione, proprio quella reputazione che lei e tutti i suoi predecessori negli anni ci avete tolto.
La Calabria è ormai una Regione irrecuperabile o per lo meno lo sarà finché i calabresi continueranno a votare ed a scegliere gente come lei sig.ra Presidente e come tutti (nessuno escluso) i Consiglieri che siedono in Aula.
Già la tarantella ballata a Gennaio per festeggiare la vittoria alle Regionali creò un certo imbarazzo nella gente sana di mente ed un sottile sgomento a livello Nazionale per un motivo molto semplice: non c’era un cavolo da ballare e questo lo avevano capito finanche in Lapponia. Sa perché sig.ra Presidente? Perché lei quel giorno di Gennaio ha assunto la guida non di una Regione in salute e dove è tutto in ordine e tutto funzionante ma ha bensì assunto la guida dell’ultima Regione d’Europa di una Regione impantanata nel fango ed inerme, insomma di una Regione dove tutto è da Costruire. Ergo, avrebbe potuto e dovuto ballare dopo aver fatto qualcosa a limite, tra l’altro mi pare che in questi circa 8 mesi non siano state fatte grandi cose, anzi addirittura mi pare che ogni scusa sia buona per non riunire neppure il Consiglio oltre che non tenerne minimamente conto quando esso si esprime.
Ma tant’è, tornando invece alla tarantella ballata in un locale della splendida San Giovanni in Fiore, cara Presidente, la cosa si fa ben più grave in quanto ha violato non solo delle norme che lei stessa ha inteso (giustamente) adottare ma addirittura delle norme di ordinamento superiore ossia quelle nazionali le quali comportano che per contenere l’epidemia da “Sars-Cov2” si faccia uso di mascherine all’aperto quanto al chiuso, e soprattutto che si evitino assembramenti e che tra le persone vi sia un distanziamento di almeno 1 metro.
Ora, anche qualora molto difficilmente arrivasse il suo pentimento, noi come cittadini non ce ne faremo nulla in quanto ritengo che serva a poco in questa situazione pentirsi e chiedere scusa soprattutto in considerazione degli sforzi e delle restrizioni al quale ormai dallo scorso Marzo siamo giustamente sottoposti onde evitare che questa già terribile pandemia possa diventare una vera e propria ecatombe. Ecco perché non mi appello né a Prefetti, né a Magistrati ma direttamente al nostro faro, al ‘tutore’ della nostra amata e bella Repubblica, ossia il Presidente Sergio Mattarella.
Sig. Presidente, faccio appello a Lei, poiché a mio avviso nella situazione di cui sopra, vi sono tutti i margini per applicare il comma 1 dell’articolo 126 della Costituzione italiana: -cito- “Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge. Lo scioglimento e la rimozione possono altresì essere disposti per ragioni di sicurezza nazionale. Il decreto è adottato sentita una Commissione di deputati e senatori costituita, per le questioni regionali, nei modi stabiliti con legge della Repubblica.”
Mi rendo conto che sia una misura drastica e che porterebbe con sé ampie ripercussioni, infatti da quando esistono le Regioni, la stessa non ha mai trovato attuazione ma forse ora è arrivato il momento di passare il Rubicone e di adottare tale norma nei confronti del Presidente della Regione Calabria On. Jole Santelli. D’altronde, violare delle norme regionali e nazionali redatte per tutelare quanto di più prezioso ci sia ossia la salute, non è configurabile come una grave violazione di legge? Assumersi il rischio di poter far esplodere un focolaio, con la possibilità di mandare in tilt l’intero servizio sanitario regionale che già non se la passa bene e quindi creare possibili ripercussioni anche a livello nazionale non è una violazione della sicurezza nazionale?
A mio avviso si Sig. Presidente ed anche se tutto potrebbe sembrare un po’ forzoso e sicuramente appellabile ricordiamoci che siamo in un momento storico e sociale in cui non possiamo prendere le cose sottogamba ed allora se si chiedono sacrifici ai cittadini che ne contraggono la loro libertà costituzionalmente garantita e se gli stessi devono essere multati se violano le leggi, c’è bisogno che si prendano provvedimenti duri anche contro Amministratori dello Stato che sbagliano.
Ormai da mesi ci si chiede come il virus ci stia cambiando e continuerà a cambiarci, Sig. Presidente dimostriamo che finalmente in Italia siamo capaci di far rispettare la Legge e che nessuno vi si possa mettere al di sopra, applichi il comma 1 dell’articolo 126 della Costituzione. Grazie.
Francesco Elia