“Se riusciremo a rimettere insieme i pezzi di una umanità strappata, potremo rivedere il volto dell’uomo nella sua vera bellezza, anziché i frammenti sconnessi di una società che, altrimenti, così com’è, non ci piace”.
A lanciare un messaggio forte, dal punto di vista religioso e sociale, è stato Sua Eccellenza Serafino Parisi, vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, in visita mercoledì scorso all’IC Manzoni-Augruso per celebrare la Santa Messa di preparazione alla Pasqua, accogliendo l’invito della preside Antonella Mongiardo.
Alle 10,30, nel cortile della scuola si sono riuniti gli alunni, gli insegnanti, il personale ATA, i genitori dei bambini più piccoli, i membri del Consiglio di Istituto e i ragazzi dell’Associazione Lucky Friends, che ha a cuore l’integrazione sociale dei bambini più fragili e condivide con l’istituto Manzoni-Augruso importanti momenti di inclusione in ambito extrascolastico.
La Comunità scolastica ha accolto con dei doni realizzati dai bambini con semplici materiali di riciclo Monsignor Parisi, accompagnato da Don Carlo e dall’addetta stampa dott.ssa Saveria Maria Gigliotti. La dirigente scolastica ha aperto la solenne cerimonia ringraziando Monsignor Parisi “per l’onore è la gioia che ci ha donato accompagnandoci in questo momento di raccoglimento spirituale di preparazione alla Santa Pasqua” e, in particolare, le insegnanti, Suor Eleonora e suor Pia, per il contributo attivo dato nell’organizzazione della cerimonia.
La Santa Messa, officiata dal Vescovo, è stata “dedicata alle vittime del naufragio di Cutro e- ha aggiunto la preside- a tutte le vittime dell’egoismo, della cattiveria e dell’insensibilità. La Pasqua, per il mondo cattolico- ha detto Mongiardo – è una solennità religiosa e una tradizione culturale importantissima, che celebra la Resurrezione di Cristo e significa, anche dal punto di vista etimologico, il passaggio dalla morte alla vita, il ritorno alla luce, alla pace, alla speranza di un mondo migliore. La Pasqua è anche giubilo, allegrezza del cuore, però- ha concluso- per vivere questo sentimento nel suo vero significato, pieno di umanità e di valore, bisogna rivolgere un pensiero a chi soffre e a chi non c’è più”.
I presenti hanno, quindi, osservato un minuto di silenzio e, dopo l’intervento della prof.ssa Caterina Bettiga sulla mission della scuola “che è, prima di tutto, quella di sensibilizzare ed educare gli alunni all’accoglienza, all’ascolto, al valore della vita umana e al rispetto dell’altrui dignità”, il giovane Lorenzo Laruffa ha letto una poesia dal titolo “Rose sparse sulla sabbia dorata” di Antonietta Vincenzo.
“Rose sparse sulla sabbia dorata. E’ il titolo della nota pubblicata sul sito dell’IC Manzoni-Augruso, che ha voluto rivolgere un pensiero alle vittime del naufragio di Cutro, insieme ai versi poetici della scrittrice lametina Antonietta Vincenzo.
“A due settimane dal tragico evento che si è consumato lungo le coste di Steccato di Cutro- si legge in un testo a firma della dirigente scolastica Antonella Mongiardo e delle referenti di plesso – sentiamo il bisogno, come comunità scolastica, di esprimere la nostra vicinanza alle vittime, ai superstiti e, in particolar modo, ai bambini di questa tragedia. Non è la prima volta che ci sentiamo impotenti dinanzi ad eventi così tristi, ma non possiamo non unire la nostra voce a quella di coloro che esprimono il proprio dolore per le molte vite che non ci sono più”. “Perché la missione della scuola è, prima di tutto, quella di sensibilizzare ed educare gli alunni all’accoglienza, all’ascolto, al valore della vita umana e al rispetto dell’altrui dignità. La marcia silenziosa che si è svolta sabato scorso, alla quale ha preso parte anche una rappresentanza della nostra scuola, ha voluto esprimere l’indignazione di noi tutti e dire basta! Basta a questi terribili eventi! Le molte persone partecipanti al corteo hanno portato sul luogo, come simbolo del tragico evento, dei peluche. Che sono stati regalati alle onde o legati ai pezzi di barca, ancora presenti sulla battigia”.
Ad accompagnare il messaggio, una poesia dal titolo “Rose sparse sulla sabbia dorata”, di Antonietta Vincenzo:
“Erano avvezze a ben altre terre
Tutte quelle rose rosse, bianche, gialle, che ora invece intirizzite e spoglie poggiano su sabbie sconosciute e brulle.
Ignare, stanno attonite e smarrite, a guardare quel mare e a chiedersi “perché?”
Cosa vorreste voi sapere, boccioli di rosa da poco in vita, qua e là disseminati per tutto l’arenile di Steccato? Cosa vorreste chiedere se solo ne aveste facoltà?
E non guardate con occhio ostile quell’arenile sul quale voi poggiate.
Non è terra straniera, inospitale.
Non molto tempo fa ben altro era quella spiaggia ora desolata.
Baciata dal sole e da un mare immacolato,
solo bambini ridenti aveva visto saltellare gioiosi tra uno spruzzo d’acqua e un’onda capricciosa.
Udito solamente avea sgridate di madri e urla di cautela.
Oggi è diverso. Il mare non gioisce e le urla son grida di dolore.
I bimbi tacciono inerti sulla riva e i grandi giocano a fare i morti galleggiando tutti assieme alla deriva”.
Molto significativa l’omelia durante la quale il Vescovo ha invitato i bambini e i ragazzi a costruire un mondo migliore, “a far risorgere la terra e rioccupare l’eredità devastata” citando le parole del profeta Isaia contenute nella prima lettura.
“Cari ragazzi – ha detto il Vescovo – ho pensato quello che dovevo dirvi in questo incontro. Però, il mistero di Dio è ancora più grande perché io avevo pensato ad una cosa che, poi, più o meno, l’ho trovata scritta qui: ‘I bambini sono la speranza in un mondo migliore, un mondo di pace’ “.
Monsignor Parisi ha rivolto una riflessione prendendo spunto dalla tragedia di Steccato di Cutro. “Gesù – queste le sue parole – ci ha detto che dobbiamo riconoscere il volto dell’uomo, rispettare il volto dell’uomo e, se questo volto viene lacerato, deturpato, strappato dalla cattiveria degli altri, è nostro compito ricomporlo. Questo mondo strappato, di cui qualche immagine è stata evocata dalla dirigente all’inizio, come avete anche detto voi sia nel brano che avete letto che nella poesia che è stata recitata, lo abbiamo visto qualche settimana proprio lì, a Steccato di Cutro. Soprattutto con i morti, ma anche con coloro che sono rimasti in vita e che hanno sfidato la morte, il mare, con la speranza di un mondo migliore, di un mondo di pace. Sono rimasti vivi ma lacerati dentro, morti dentro, strappati dentro”.
Un lungo e caloroso applauso ha concluso la cerimonia religiosa e suscitato nei presenti gioia e riconoscenza per aver vissuto un momento spirituale intenso.