Bandiera e Inno Mondiale


La Nuova Scuola Pitagorica promuove la Bandiera Mondiale e l’Inno Mondiale. Questi due simboli, finora mancanti, intendono essere un invito a una vita migliore, possibile solo se usciamo dal clima di violenza che da sempre domina il mondo con infinite guerre e conflitti. Le innumerevoli uccisioni, le stragi, i genocidi, le distruzioni d’intere nazioni, il dolore delle vittime e dei sopravvissuti costituiscono costi umani e finanziari da rifiutare ormai con sdegno e determinazione.

La Bandiera Mondiale è disegnata su sfondo azzurro, il colore femminile nella tradizione mediterranea, con la Stella Pitagorica all’asta e il globo terrestre all’esterno, per significare l’unità e l’unicità del nostro pianeta nell’universo. La Stella Pitagorica a cinque punte, che i Pitagorici antichi chiamavano Igea o Salute, fu il loro simbolo di riconoscimento. Essa da allora fu usata e chiamata in molti modi e decadde a simbolo di violenza, finendo come stelletta militare sulle uniformi di tanti eserciti, sceriffi, stalinisti e brigatisti rossi. Rimase tuttavia, ed è ancora oggi, simbolo di alta idealità in oltre cinquanta bandiere nazionali dei cinque continenti e della stessa Unione Europea.

L’Inno Mondiale invita con le parole e la musica a prendere coscienza che i valori di libertà, amicizia e non competitività sono decisivi per eliminare ogni conflittualità che avvelena i rapporti tra umani e nazioni. Il rispetto delle donne poi, e finanche quello degli animali, sono necessari per fare della terra la casa comune e pacifica di ogni vivente.
Bandiera e Inno, che appaiono per la prima volta nel panorama mondiale, non bastano da soli a cambiare la realtà attuale che ci appare caotica e ostile. Il loro uso, sempre gratuito, ci ricordi che il grande cambiamento avverrà solo con le nostre forze pacifiche, il nostro incontenibile entusiasmo e il nostro desiderio di bene. Bandiera e inno sono come un segnalibro che apre una nuova pagina della storia.

E’ possibile questo cambiamento epocale? E come?
La storia dimostra che tutte le guerre, le ingiustizie e i soprusi sono stati compiuti con la forza delle armi. Giulio Cesare, Gengis Khan, Hitler, Stalin, le uccisioni di studenti nelle scuole americane, gli omicidi compiuti dalla criminalità organizzata e nell’ambito sociale sono sempre fatti con le armi: NIENTE ARMI, NIENTE VIOLENZA.
Da sette anni, dal 2011, USA, Russia, Turchia e Isis assistono o operano la distruzione sistematica della Siria con un numero incalcolabile di morti e rifugiati. Questo ci addolora profondamente, ma ci infonde anche l’intima certezza che il tempo della violenza finirà con il nostro forte impegno. Allora useremo le enormi somme di denaro, oggi destinate alle armi, per il benessere delle nazioni e delle persone.
Salutiamo la nuova civiltà invocata con la Bandiera e l’Inno. È diritto inalienabile di ogni persona vivere in libertà, pace e benessere, ma le armi lo impediscono. Perciò ARMA DELENDA SUNT: le armi devono essere distrutte! Evoè!

Salvatore Mongiardo
2 Aprile 2018

World Flag and World Anthem

The New Pythagorean School is promoting the World Flag and the World Anthem. These two symbols, until now missing, are intended to be an invitation to a better life, possible only if we exit the violence that has always been dominating the world with endless wars and conflicts. The countless killings, the massacres, the genocides, the destruction of entire nations, the pain of the victims and of the survivors create human and financial costs that should be by now rejected with disdain and determination.

The World Flag is drawn on a sky-blue background, the female color according to the Mediterranean tradition, with the Pythagorean Star on the rod and the terrestrial globe on the outside, to signify the unity and the uniqueness of our planet in the universe. The Pythagorean Star with five points, that the ancient Pythagoreans called Igea meaning Health, was their identifying symbol. It was from then on used and called in many different ways and it decayed into a symbol of violence, ending up as a small military star on the uniforms of many armies, sheriffs, Stalinists and Red Brigades.
It remained however, and it still is today, a symbol of high ideality in over fifty national flags of the five continents and of the European Union itself.

The World Anthem invites us with words and music to become aware that the values of liberty, friendship and non-competitiveness are essential to eliminate all conflicts that poison relations between humans and nations. The respect of women then, and even of animals, is necessary to make the world the common and peaceful home of every living being.
The Flag and the Anthem, that appear for the first time on the world scene, are not enough on their own to change the actual reality that appears to us chaotic and hostile. Their use, always free of charge, will remind us that the big change will only come with our peaceful force, our uncontained enthusiasm and our desire for good. The Flag and Anthem are like a bookmark that opens a new page in history.
Is this epochal change possible? And how?
History demonstrates that all the wars, injustices and abuses were committed with the forceful use of weapons. Julius Caesar, Genghis Kahn, Hitler, Stalin, the killing of the students in the American schools, the homicides committed by organized crime and in the social realm are always done with weapons: NO WEAPONS, NO VIOLENCE.

For seven years, from 2011 until now, USA, Russia, Turkey and Isis, assist or operate in the systematic destruction of Syria with an incalculable number of dead and of refugees. This hurts us deeply, but it also infuses in us the intimate certainty that the era of violence will end with our strong effort. So we will use the enormous amounts of money, today spent on weapons, for the wellbeing of nations and of people.
We greet the new civilization invoked with the Flag and the Anthem. It is the inalienable right of every person to live in freedom, peace and wellbeing but weapons hinder it. Thus, ARMA DELENDA SUNT: weapons must be destroyed! Evoè!

Salvatore Mongiardo
April 2, 2018
Translation by Gabriella Mongiardo-daughter


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