Caro Tito, Gianpiero Rizzo (padre siciliano e madre greca) è un regista di piccoli documentari. Da qualche tempo sta raccogliendo materiale per realizzare un racconto filmico sull’attore e regista greco Stàvros Tornés (1932-1988). In questa sua attività di ricerca, Rizzo si è imbattuto in alcune mie lettere da te pubblicate su www.costajonicaweb.it, in cui avevo accennato a Stavros per i suoi ripetuti contatti con Badolato, mio paese natìo. Infatti, finora ho scritto di Stavros in “Lettere a Tito n. 23” del 04 marzo 2013, in ”Lettere su Badolato n. 3” dell’11 dicembre 2015 e in “Lettere su Badolato n. 8” del 29 febbraio 2016. Precedentemente, nel luglio 1982, da bibliotecario comunale, avevo inserito Stavros (con foto e didascalia da me realizzate) alla pagina 25 dell’opuscolo a colori “Badolato 4 dimensioni” edito dal Comune e firmato pure da Antonio Gesualdo. Tale opuscolo turistico è godibile in qui e postato dal sempre lodevole professore badolatese Pasquale Andreacchio, ex “Euro Universal” e mio importante amico di giovinezza.
Verso la fine dello scorso mese di marzo 2016 sono stato contattato telefonicamente da Gianpiero , che mi ha chiesto informazioni e documentazione su Stavros e se fossi disponibile a rilasciargli un’intervista. Gli ho dato tutte le informazioni in mio possesso e alcune indicazioni per intervistare a Badolato altre persone che avevano conosciuto l’attore-regista greco, poiché vi aveva soggiornato più volte tra il 1973 e il 1981. Poi, abbiamo concordato di incontrarci al mare di Vasto sabato 23 aprile mattina per registrare l’intervista. Così è avvenuto.
Infatti (con l’aiuto del giovane e bravissimo cameraman lombardo Pietro Gusso) per oltre due ore Gianpiero Rizzo mi ha intervistato su Stavros Tornes. Tale intervista è avvenuta nel giardino del ristorante “da Zi’ Nicola” situato sulla scogliera tra la Marina e il porto di Vasto (in provincia di Chieti, Abruzzo), un locale che conosco e frequento da oltre trent’ anni, assieme a mia moglie, pure per la spiaggetta privata e per l’ottimo “brodetto alla vastese”. Durante la registrazione gli ho detto tutto ciò che sapevo e ricordavo del formidabile attore e regista, riparato in Italia per sfuggire alla lunga dittatura dei colonnelli greci iniziata con il colpo di Stato del 1967.
Gianpiero, da parte sua, mi ha detto cose che non sapevo di Stavros (molto schivo e riservato) benché fossimo diventati amici proprio a Badolato nell’autunno 1973 quando ha girato da protagonista il film “Domani” del catanzarese Mimmo Rafele (come ho ricordato nelle citate lettere). In particolare, mi ha parlato del film “Coàtti” che racconta di uno Stavros che viaggia da Roma verso Badolato, dove poi si sofferma a documentare la vita di due personaggi tanto semplici quanto amati anche nei dintorni: Vincenzo Mannello fu Giuseppe (un laico badolatese che andava in giro a chiedere le elemosine per il convento francescano) e il cosiddetto “professore” un altro laico (di sicure origini meridionali ma di incerto paese) che abitava da molti anni nel medesimo convento.
In questo suo primo lungometraggio Stavros torna nei luoghi badolatesi che lo videro davvero tanto felice nei mesi di luglio e agosto 1974 trascorsi in una isolata casetta rurale sulla collinetta di Rosàcina (prospiciente alla mia Kardàra) assieme a Sandra, una bellissima e giovanissima donna di Parigi. Sono stato privilegiato testimone di questo loro grande e luminoso amore. Nel film del 1977 “Coàtti” Stavros si fa ritrarre mentre percorre l’arido letto del torrente Gallipari da cui tre anni prima, nel luglio 1974, aveva prelevato parecchie pietre di granito che andava scolpendo a Rosàcina in modo tale da farle cantare al vento. Nelle immagini filmiche lo si vede pure passeggiare lungo l’ampia e bianca spiaggia di Kardàra, assieme alla nuova compagna di allora, l’artista olandese Charlotte Van Gelder. E’ come se Stavros avesse voluto ritornare nei luoghi dove era stato molto felice nella mitica estate del 1974, quando (tra tanto altro) riuscì pure a portare a Badolato, come villeggianti, decine e decine di amici del mondo del cinema contribuendo ad ispirarmi così quel “turismo intellettuale” (ovvero turismo specializzato, qualificato e qualificante) che è ancora adesso uno dei miei più poderosi cavalli di battaglia per il progresso di Badolato, della Calabria e dell’intero Sud.
Gianpiero, inoltre, mi ha detto che Stavros ha scritto in collaborazione col regista Tonino Nieddu un film ambientato nel borgo abbandonato di Pentedattilo (frazione collinare della cittadina di Mèlito Porto Salvo, nell’area grecanica della provincia di Reggio Calabria). Cosicché possiamo lanciare un appello a coloro che hanno incontrato e conosciuto Stavros Tornes sia in Badolato e dintorni e sia in Pentedattilo e dintorni tra il 1973 ed il 1981. Chi sa di Stavros contatti, per piacere, Gianpiero Rizzo (gianpierizzo@gmail.com ) affinché possa conoscere altri particolari della vita e dell’opera artistica dell’attore-regista italo-greco che è stato anche un pregiato “poeta” e significativo scultore e pittore di notorietà internazionale.
Gianpiero mi ha fatto omaggio del catalogo della retrospettiva “Stavros Tornes cineasta greco e italiano” (un grosso volume, cui ha collaborato, redatto in occasione del Torino Film Festival del 2003). In questo libro ci sono pure vari riferimenti a Badolato (pagine 16, 17, 23, 43, 222, 223, 227 e foto alla pagina 25).
Personalmente spero tanto che, una volta terminato, questo documentario di Gianpiero Rizzo venga adeguatamente presentato a Badolato e in altre parti della Calabria e soprattutto in qualche rassegna cinematografica o festival artistico di pregio della nostra regione. E ciò non soltanto perché ha avuto un particolare rapporto con la Calabria ma anche perché, come attore, ha lavorato con prestigiosi registi (come ad esempio Federico Fellini, Francesco Rosi, Elìa Kazan, Mario Monicelli, Roberto Rossellini, i fratelli Taviani, Agnes Varda, Mikail Cacoyannis ) spesso accanto ai grandi nomi del cinema internazionale, mentre come regista ha realizzato tante pellicole in Grecia, in Italia e in altri Paesi europei.
Tra l’altro, spero che la Calabria “adotti” Stavros Tornes dal momento che questi reputava la nostra regione (e specialmente la parte jonica) assai simile alla sua Grecia, sia geomorfologicamente sia antropologicamente e culturalmente. In particolare diceva che a Badolato si trovava come a casa sua. Stavros è senza dubbio un autore ancora da scoprire e sicuramente il documentario di Gianpiero Rizzo (titolo “Il quaderno di Stavros Tornes” – durata prevista 85 minuti) contribuirà non soltanto a fare maggiormente conoscere questo personaggio ma anche e soprattutto a farlo amare.
Ti trascrivo alcuni versi di una poesia (fornitami da Gianpiero) dedicata da Stavros alla nostra Calabria:
MI SONO DONATO
Mi sono donato ai secchi fiumi di Calabria con le pietre arrotondate
ergo dell’acqua e del sole,
del sole e dell’acqua,
occhi della gente del luogo,
fiumi navigabili,
fiumi dell’entroterra.
Caro Tito, personalmente sono assai legato al ricordo di Stavros che reputo una delle persone più eccezionali che abbia mai incontrato finora. Anche a distanza di 43 anni, nutro un grande affetto fraterno per lui (pure perché mi ricordava assai il Giuseppe delle fotografie, il primogenito della mia famiglia, il mio fratello mai conosciuto perché emigrato in Argentina quando io avevo appena tre mesi e morto assai prematuramente alla vigilia di quel mio viaggio a Buenos Aires che avrei fatto proprio per incontrarlo per la prima volta).
Spero proprio che ci legga qualcuno che ha conosciuto Stavros, così da voler contattare il bravissimo Gianpiero Rizzo. Ti terrò aggiornato su questa affascinante vicenda.
Grazie e cordialità, Domenico Lanciano