“C’è una grave problematica che, parallelamente all’emergenza sanitaria Covid-19, sta affliggendo in queste settimane migliaia di studenti e lavoratori precari calabresi costretti a vivere in una quarantena a tempo indeterminato nelle città del Nord. Quasi due mesi fa gli stessi hanno risposto con grande senso di responsabilità e rispetto delle regole all’appello, poi tramutato in un ferreo decreto, del Presidente della Regione, Jole Santelli, a restare a casa e non fare ritorno nella propria terra. Un provvedimento giusto ed inevitabile, nel momento in cui l’emergenza epidemiologica rischiava di causare effetti drammatici per la Calabria a causa dell’indiscriminato rientro di massa di inizio marzo”.
“Ma oggi un vero e proprio esercito di universitari fuori sede rischia di pagare a caro prezzo quella scelta dolorosa di non tornare dalle proprie famiglie. Loro, come tanti altri lavoratori oggi in cassa integrazione o rimasti senza lavoro, chiedono a gran voce al Presidente della Regione la possibilità di rientrare in Calabria, nelle “loro” case, perché la crisi economica li ha colpiti duramente. Non riescono più a pagare il fitto, per giunta in un periodo in cui università e aziende hanno chiuso forzatamente, e rischiano di essere a breve sfrattati. E le rispettive famiglie non sono nelle condizioni di poter garantire il loro sostentamento”.
“Serve un provvedimento urgente, perché se alla base delle limitazioni degli spostamenti c’è una ragione di tutela della salute, al tempo stesso le istituzioni e la politica devono assumere delle decisioni in grado di garantire il rispetto dei diritti e delle libertà riconosciute costituzionalmente. La Presidente della Regione potrebbe autorizzare un “rimpatrio” programmato e controllato, attraverso un preciso protocollo di sicurezza, con le dovute prescrizioni sanitarie prima della partenza e all’arrivo in Calabria. Se anche questo non fosse possibile nell’immediatezza, è necessario pensare ad un sostegno economico straordinario alle famiglie degli studenti per garantire una permanenza al Nord che assomiglia sempre di più ad un esilio”.
“Un’analisi del Messaggero ha riflettuto sul fatto che, nel bene o nel male, il coronavirus è riuscito dove i numerosi provvedimenti sul rientro dei cervelli in fuga avevano fallito: riportare in Italia gran parte di quei 250mila giovani che negli ultimi dieci anni sono andati all’estero. Nel Paese più vecchio del mondo, questo straordinario esercito di giovani tornato a casa di fronte all’emergenza potrebbe dare un contributo fondamentale alla ripartenza. Presidente Santelli, valuti bene: questa analisi deve riguardare ancora di più i circa 30mila studenti calabresi fuori sede che non possiamo abbandonare e che devono rappresentare un patrimonio prezioso per la “fase 2”. L’auspicio è che questo impegno venga recepito quale atto di indirizzo in vista dell’approvazione del bilancio della Regione prevedendo uno stanziamento di risorse per le famiglie degli studenti e per chi ha perso il lavoro durante la permanenza lontano dalla Calabria”. Dichiarazione del consigliere comunale Giuseppe Pisano (Catanzaro con Sergio Abramo).